Carla D'Acquino Mineo

LA POETICA DELL'IMMAGINARIO

Un miraggio nella notte tra l’armoniosa bellezza di donna: una meta lontana dove puntare. Molti dipinti dell’artista Olimpia Undari hanno questo tema. Talora ad avventurarsi verso l’infinito è la visione di una grande luna nel cielo di un cupo blu che saluta il viaggio, talaltra le armonie della natura che appaiono tra oniriche forme astratte che rendono ancora più surreali i paesaggi, mentre l’immagine di un uomo solitario diviene metafora di una riflessione esistenziale che si libera con l’afflato dell’universo in un infinito cielo. Ecco che allora, la splendida pittura di Olimpia Undari ha un che di trasognato e fiabesco: ci accompagna con discrezione, aprendoci nuovi orizzonti alla vita. Tutto paradossalmente scavalca le nuvole, tra immense distese di cielo, come se i paesaggi cosmici fossero voli dell’anima. Come non seguire, idealmente questo viaggio utopico del pensiero? Metafore, ma vorrei dire apologhi morali che rivelano aspetti formalistici e psicologici dell’uomo nel perenne divenire delle cose. Così, la tensione verso il sogno e la poesia in un’evasione spirituale è coinvolgente. Da Magritte a Kandinsky e Chagalle, quindi, il mondo surreale di Olimpia Undari riesce mirabilmente a coniugare la sua fuga onirica con una sorta di estrema lucidità, dove i quadri della memoria si abbandonano nella libera gestualità pittorica che esprime l’emozionalità del colore alle forze dell’inconscio e del sogno che percorrono i meandri della sua dimora esistenziale, mentre poeticamente la figura della donna appare e scompare tra armonie naturali in un arcano da svelare nella sua segreta intimità. In tal modo, la prospettiva spaziale che Olimpia Undari attua è un elemento mobile e fantastico che supera i parametri rinascimentali: essa lievita nella mente, come se nascesse da un’ottica surreale, utopicamente allungata, dove affiorano tra le raffinate tonalità di un caldo cromatismo dei gialli solari, rossi fiammeggianti, bianchi lunari ed intensi azzurri, simboli archetipi del sogno, del vagheggiamento e dell’irrealtà. Ecco perché, i soggetti rappresentati appaiono nella poetica dell’immaginario, mentre le visioni si dilatano, aprendosi ad una sovrana limpidezza intellettuale nella simbolica trasfigurazione del reale, in cui aleggia mistero e magica poesia. Sta qui la ragione del fascino, davvero unico, nei dipinti dell’artista Olimpia Undari: il perfetto connubio tra realtà ed astrazione del reale, poesia ed enigma, dove la convergenza di fattori che si rivelano apparentemente opposti creano una nuova “realtà irreale”. Alla fine, l’armonia totale tra forme e colori delle vedute trasognate ci trasporta lontano nell’avventura del sogno a occhi aperti. Si rimane attoniti, presi da calde visioni in una luminosità avvolgente, così limpide che rimandano ad una finissima lettura simbolica tra ambiguità ed incoerenze dell’odierna società: l’arte si fa messaggio di valori e sentimenti.

Carla d’Aquino Mineo