Biografia

Nasce a Scaletta Zanclea il 2-3-1960. Sin dai tempi della scuola ottiene vari premi e riconoscimenti per le sue opere ma l’inizio della carriera universitaria segna l’arresto della sua attività artistica. Oggi è Professore Associato al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma ed è coinvolta nello studio delle Brain Computer Interface. Il suo talento espressivo è riemerso negli ultimi anni dopo un lungo periodo di cambiamento personale (https://olimpiapino.wordpress.com/). I suoi studi si riflettono in alcune opere (Waves) dove il trans-umano si fa archetipo di una rinascita nella quale trovano collocazione diverse dimensioni evolutive. Nelle sue armonie cromatiche, il segno attiva lo spazio come luogo dei percorsi dell’emozione. Il gesto esprime l’urgenza della proiezione liberatoria e comunicativa - perché collegata a nuclei psichici profondi - di memorie intimamente sedimentate che riaffiorano, diventano materia di narrazione. Ed è la tensione transvisionista ad agire collegando psichico e cosmico, il movimento intimo della materia psichica e il movimento dell’universo, dando respiro a interstizi percettivi e attraversamenti verso identità future sempre dinamiche. I rapidi gesti e le pennellate mirano a rompere ogni staticità sollecitando impressioni profonde in una pittura che deriva da quella astratta-informale perché ripudia la realtà producendo rappresentazioni mentali che originano da una natura primordiale e ricrea nel colore visioni oniriche.

Le Creature di Olimpia Pino sono eco di viaggi, retaggi, visioni o rispecchiamenti dove talvolta è il cromatismo a prevalere dando senso alla materia (Amazzonia, Mattanza a Lampedusa). Altre volte l’immersione in una intimità profonda e universale a regolare la nascita di mondi paralleli (Messaggi Akashici) e metamorfosi in cui l’esistenza non è di una sola dimensione.
Diverse opere rispecchiano una prospettiva del transumanesimo (Swirf richiamo della sera, Waves, Incarnazione). “Incarnazione” è una tra le più rappresentative di questi temi e motivi. Al centro del quadro, dove si congiungono diverse superfici e dimensioni, prende vita la narrazione pittorica: un uomo adulto, che sembra svilupparsi, è collocato in posizione fetale all'interno di una sacca simil-amniotica ad indicare uno dei temi più presenti nelle sue opere, la “nascita-rinascita” che si attualizza reiterativamente come eterna evoluzione. Qui il richiamo al transumanesimo è una versione più moderna e compiuta della medesima tematica che affiora in altre opere come "Brain" e "Waves" che fanno seguito alle suggestioni già presenti in "Messaggi Akashici" e "Swirff richiamo della sera" si fa archetipo della descrizione di una nuova nascita dove nella corporeità trova collocazione l'unione di diverse dimensioni evolutive. All'interno di una struttura compositiva mobile, che indica le dimensioni spazio-temporali, la apparente staticità della figura centrale sviluppa tutta la sua drasticità.
La narrazione e il suo contenuto simbolico sono ora inseparabili perché l'uomo e il suo futuro sono un tutto organico all'interno del movimento compiuto dalle forme rotondeggianti e circolari che rappresentano la ciclicità nella loro dimensione continua e mutevole. E' l'energia universale che si fonde in un corpo immerso in un mondo immaginario, svincolato dal presente dove l'intreccio delle forme, garante di un ordine costruttivo, si fa portatore del messaggio stesso del quadro e cattura la figura nella sua rete per liberarlo.
Nelle ultime vivacissime armonie cromatiche, il segno attiva lo spazio come luogo dei percorsi dell'emozione e della memoria. Il gesto esprime l'urgenza della proiezione liberatoria e comunicativa perché collegata, in virtù dell'automatismo del gesto, della quantità e qualità del colore, a nuclei psichici profondi, di memorie ed esperienze profondamente sedimentate che riaffiorano, diventano materia di racconto e narrazione. Agisce la tensione transvisionista collegando psichico e cosmico, il movimento intimo della materia psichica e il movimento degli spazi celesti, dando respiro a interstizi percettivi, orizzonti energetici, disponibilità alle interferenze e attraversamenti verso un'identità futura nuova, sempre dinamica. I rapidi gesti e le pennellate mirano a rompere ogni staticità sollecitando emozioni profonde, le più vitali e nelle quali tutti possono proiettarsi. Siamo di fronte a una pittura che deriva da quella astratta-informale perchè sembra ripudiare la rappresentazione della realtà creando rappresentazioni mentali che hanno avuto origine da una natura primordiale, informale in quanto nei colori sono ricreate le visioni oniriche dell'artista.