Carlo Laurenzi

… discorremmo pianamente; il pittore, non fosse che per il suo entusiasmo, mi intenerì … dipingere gli sembrava ineluttabile, qualcosa di divorante cui sarebbe stato ragionevole, desiderabile opporsi se per l’appunto non fosse stato vano … In tal modo lasciai la galleria rimpiangendo i miei vent’anni, ma senza rancore. Debbo aggiungere che i quadri dei giovane artista mi parvero belli, il suo nome è Paolo Petrucci; potrebbe andare lontano.
Carlo Laurenzi, Corriere della Sera, 29 marzo 1965

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