Biografia

Pippo Pace nato nel 1951, vive e opera a Comiso (Rg).

Ha conseguito il Diploma di Maestro d’Arte presso l'Istituto Statale d'Arte di Comiso e successivamente la Maturità d’Arte Applicata. Iscritto alla facoltà di giurisprudenza di Catania, non ha proseguito gli studi perche' distanti da quella che era la sua  innata  attitudine verso l'arte e la creatività.

Funzionario al Comune di Comiso dal 1978 al 2014, oggi, pensionato a tempo pieno é impegnato in diverse attività culturali. Ha scritto diverse opere letterarie  ( qualcuna edita, altre inedite ) fra romanzi , poesie e racconti. Tendenzialmente restio ad esporre il frutto della propria creatività, ritiene che nella vita è più bello essere che apparire.

Vai al sito : www.pippopace.it

Il mio Percorso artistico


Il mio percorso artistico è proteso verso la ricerca della bellezza e dell’equilibrio cromatico/ compositivo.

La mia tendenza pittorica, nel tempo, ha valicato itinerari evolutivi costanti .

Gradatamente la mia pittura da realistica e descrittiva è divenuta astratta ma soprattutto di sintesi.  

Amo, generalmente, rappresentare il paesaggio.

Il piccolo paesino dove sono nato e vivo, infatti, “Comiso” , è per me una fonte inesauribile di ispirazione sia umana- affettiva che artistica- creativa.

Le due maestose cupole barocche che sovrastano l’intera struttura urbanistica, sono a mio avviso il segno tangibile che mi permettono di elevare lo spirito verso l’alto, verso il trascendente e “l’irrazionale”. Ritengo, infatti, che l’essere umano, non è solo razionalità e materia ma ha in se una componente soprannaturale ( libertà di scelta, intelligenza, creatività, capacità di amare e avere dei sentimenti) che identifico come spirito.

La cupola, pertanto, è nella mia immaginazione un entità architettonica privilegiata e nei miei dipinti diventa l’ombelico e la fonte, attraverso la quale la “vita” ritrova il vero senso dell’esistenza e pone in essere amore e bellezza.

Diventa anche il simbolo di un riscatto sociale verso le disuguaglianze e le ingiustizie.

La mia pittura, pur nella consapevolezza di non poter mai esprimere delle “verità assolute”, tende a dare un senso alle cose, collocandole in un ottica di armonia compositiva.