Biografia

Appassionato d'arte sin da piccolo è assetato di originalità, unicità e stile in ciò che crea. Matura dimestichezza nell’uso dei “materiali” intraprendendo un percorso di studio personale. Analizza le movenze di ciò che lo circonda razionalizzando e concretizzando nuove ipotesi artistiche, molte delle quali fuori gli schemi canonici e dalla metodica realizzativa, perché dal suo punto di vista “l'originalità con cui nasce un'opera, dona all'opera stessa la capacità di esprimersi”. Capo saldo nel suo “stile” è “l’idealismo artistico”, l’ispirazione del momento, considerando la materia come qualcosa di secondario nei confronti “dell’idea”, cioè della sostanza spirituale che può esprimere. È particolarmente attratto dal “Sacro” la sua maggiore fonte d’ispirazione. Nelle sue creazioni spesso sceglie e sposa diversi elementi valorizzandone il meglio di ciascuno, incastonandoli in un linguaggio armonioso. Acquista notorietà grazie alla moglie Paola la quale si fa promotrice della sua arte, convinta del talento espresso nelle sue opere, nonostante il parere “contrario” dell’Artista a qualsivoglia forma mediatica, il 09 agosto 2012, organizza la prima manifestazione artistica in occasione di una mostra collettiva dal titolo “Angoli d’Arte” ad Angoli (CZ). È proprio in quella straordinaria occasione che si apre per il Cav. Mazza la “porta” ad una lunga serie di manifestazioni pubbliche “arricchite” da un’escalation di premi e riconoscimenti. Di particolare emozione è l’incontro con il Sommo Pontefice Sua Santità Papa Francesco, al quale ha avuto l’onore e il privilegio di ideare, realizzare e donare cinque opere d’arte consegnate personalmente al Pontefice in cinque distinti incontri. Di particolare rilevanza è lo “spirito” con cui il Cav. Mazza vive la propria vita artistica, è profondamente convinto che la sua arte sia un “dono” e come tale deve essere “donata”, con la speranza che possa suscitare emozioni. Si spende oltre misura per la collettività, per il prossimo e per la ricerca scientifica. In poco più di 10 anni ha concretizzato circa 90 donazioni e azioni benefiche tra opere monumentali, dipinti, sculture e riproduzioni delle proprie opere d’arte, che ha donato ad autorità, enti museali, religiosi, civili e militari. La rara sensibilità del Cav. Mazza, è ancora più evidente soprattutto nell’atto in cui rinuncia al valore reale e certificato della sua arte, per un valore molto più alto ossia: smuovere le coscienze per il bene comune, ciò avviene nella piena libertà dei committenti, che in alcune circostanze nel rispetto della sua volontà, concedono delle “offerte volontarie”, che l’artista interamente devolve in beneficenza. Molteplici sono le lettere di gratitudine e di stima per il suo operato, “arricchito” da 28 onorificenze e benemerenze, tra cui la “Cittadinanza Onoraria” ed il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana concesso dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. È stato riconosciuto con più di 190 Riconoscimenti nazionali ed internazionali. La sua arte è stata recensita su 110 pubblicazioni, video recensioni, riviste, siti internet e autorevoli cataloghi d’arte. Ha all’attivo 78 rassegne d’arte, collettive e personali ha esposto in prestigiosi palazzi storici e sedi istituzionali, musei nazionali ed internazionali tra cui i ledwalls collocati al 1619 di Brodway, nelle principali città italiane e in 18 Stati Esteri. Il mondo dell’arte lo definisce: “un’artista eclettico dallo spirito artistico rinascimentale e dalla creatività sconfinata, che eredita inoltre dagli artisti impressionisti l’abilita? di imbrigliare le emozioni su una superficie. Mazza condivide con i grandi artisti del passato, innanzitutto la formazione avvenuta quando ancora bambino ammirava lo Zio Gaspare, scultore pittore lametino e la grande passione per la materia. È definito un “intento narrativo” che persevera nella continua ricerca espressiva non adagiandosi del tutto in un’unica impostazione stilistica capace di renderlo riconoscibile e allo stesso modo prevedibile. Osserva elabora e crea testimonianze artistiche scevri da qualsiasi esigenza estetica, mai adulterate, genuine quanto la spontaneità, quanto lo sgomento o la mistica trascendenza. Sintesi di un originale processo creativo fatto di sperimentazioni e scoperta di tecniche e stili, d’ispirazione fulminea e trascinante, di combinazione di elementi e materia asserviti all’idea. Le sue opere sono infatti frutto di moti interiori che, attraverso una giustapposizione istintiva degli elementi dettata dalle sensazioni del momento, tendono ad altrettante pulsazioni nella fruizione finale. Di fronte a sui lavori l’osservatore e? attratto dal carattere fantasmatico dell’insieme compositivo, ma e? anche indotto a riflettere sui desideri e sulle emozioni, e sulle paure e sui sogni che sollecitano l’animo umano a varcare il confine dell’ignoto, alla ricerca della conoscenza. L’opera d’arte pur essendo fatta di materia non può fermarsi soltanto a quest’ultima. In alcuni suoi lavori l’idea della rappresentazione prevale sulle regole canoniche della prospettiva e della realtà, poiché al Mazza interessa comunicare il proprio stato d’animo, manifestare come sente il mondo che lo circonda. Ed in questo ricorda Van Gogh per quel modo di dipingere il dato naturale filtrando con la propria visione intellettuale ed emotiva. Le opere di Mazza sono ispirate da un’autentica vocazione alla trascendenza da un anelito che traduce in esperienza visiva l’amore di un Dio infinitamente grande, che guida l’uomo sulla via della salvezza. Il Prof. Cantore D’amore congiuntamente al Prof. Philippe Daverio ammirando l’opera dal titolo “Figlio Mio”, hanno pensato come fosse provocatorio insinuante accostarla al “Compianto sul Cristo morto” di Niccolò dell’Arca. Riflettendo su quante siano differenti le modalità di espressione in 500 anni di distanza, del dolore affermando appunto come il contemporaneo espresso da Mazza sia contrapposizione, provocazione di valori e tecniche antiche e contemporanee, sono come il canto silenzioso di un’anima che si eleva lambire l’ignoto per afferrare il senso del divino, ispirato dallo stato di grazia che pervade tutta la sua ispirazione”.