Biografia
Anni 1950 – 1960
La sua iniziale formazione è debitrice a varie componenti artistiche del primo dopoguerra: anzitutto ai novecentisti lombardi, in particolare ai dipinti di Sironi che influenzarono le sue prime esperienze pittoriche risalenti agli anni 1950-60
Anni 1960 – 1970
La sua maturazione, nel decennio 60-70, è sollecitata dagli ampi dibattiti della Bottega di Corrente. Nei dipinti del Gilli si riflette l’impegno di quel movimento di adeguarsi ai più avanzati modelli europei. Nelle sue opere del decennio 50-60 si avvertono disparate suggestioni: l’arcaismo di Guttuso, le venature espressioniste del Campo di concentramento manifesta citazione degli “Uomini rossi” di Aligi Sassu. Dominante in numerosi dipinti il lirismo astratto di Birolli.
Anni 1975 – 1986
Il 1974 segna l’accostamento del Gilli alla visione surrealista. In opere come Psicodramma della natura, Tu sei mia il montaggio figurativo pone in evidenza gli inusitati nessi del sogno.
L’anno successivo vede la maturazione dell’artista. L’interiorizzazione dell’immagine fa affiorare ricordi, ansie, rimpianti. I sussurri, gli addii; la realtà è una caduta. La tavolozza diviene pastosa intonata a registri vibranti: rossi accesi, blu pervinca, bianchi freddamente luminosi. Gli oggetti si attorcono e si dilatano, mani protese ad afferrare desideri sfuggenti. La sua filosofia di vita delinea scenari forti a volte violenti. Le tensioni sovente latenti nell’impatto visivo sembrano esplodere nella loro crudezza ed i cromatismi decisi ed intensi sembrano sottolineano la prospettiva. Matura la sua ‘visione del mondo’: l’infanzia dolente ed oltraggiata è vista negli aspetti materiali crudi ed incisivi mentre gli elementi psicologici sono proiettati in intime vibrazioni che sembrano delineare lo spazio intorno all’oggetto della sua indagine. I corpi efficacemente sagomati da fasci di luce infiammati nei toni di blu prussica violetto si avvinghiano l’un l’altro in indissolubili intrecci volumetrici in grado di generare ambigue metamorfosi