Riccardo Vasdeki: razionalità e innovazione (di Mario Salvo)

RICCARDO VASDEKI: RAZIONALITA' E INNOVAZIONE

Quando incontrai Riccardo Vasdeki rimasi colpito dalla sua voglia di crescita interiore che potesse rimetterlo in gioco in un circuito diverso: quello dei professionisti.  

Le sue affermazioni artistiche ed i numerosi consensi che riceve lo collocano di diritto nel panorama artistico di coloro che fanno la differenza, indubbiamente. Lo merita ampiamente sia per lo spessore e il tecnicismo che dimostrano le sue creazioni, sia per la perseveranza e l'esuberanza avuta durante il lungo percorso trasformativo e, non ultimo, l’immenso intuito generativo a nuove forme davvero uniche, intriganti, affascinanti.

Se osserviamo opere dello spessore di “Torrepaone-Viale di ferro”, “Tramonto su mare mosso”, “Selinunte”, “Cielo mosso con riflessi”, “Tramonto bicolore”, “Via Appia a Roma” o “Tramonto nel centro di Roma” e tantissimi altri si resta affascinati dalla saggia e mirata realizzazione, da una prospettiva prorompente e da colorazioni vibranti e tonali in cui si stagliano cieli tra i più variegati ed emozionali mai visti, dai tempestosi ai crepuscolari.

Vasdeki ha aperto così bene il terzo occhio da riuscire a captare nuove forme concettuali di arte pittorica tra cui i "Quadri Spazio-Temporali”, di cui è divenuto un precursore efficace ed esperto (sono i dipinti in cui è rappresentata una realtà composta anche della dimensione "tempo", in accordo alla teoria della relatività ristretta di Einstein).

Ma la sua grande innovazione sono senz’altro i “QUADRI SITUAZIONALI”, in cui egli suggerisce all'osservatore l'interpretazione del dipinto stesso attraverso cromatismi particolari accoppiati a un titolo-guida. Cito ad esempio "Speranza", in cui è ben visibile l’ottima impostazione dettata da un desiderio di speranza di vita corrispondente ad uno scoglio color verde dove aggrapparsi per non annegare; "Timore", realizzazione psicologica tra possibili timori e sfumature inconsce di effetti legati allo strapotere diabolico delle forza della Natura. Ma soprattutto devo citare opere “portanti” (tanto per rimanere in tema ingegneristico) come “Realtà e desideri” ed “Amicizia”, a mio parere “colossi” del suo personale Partenio artistico. Quella usata nei Quadri Situazionali è una tecnica geniale che ritengo un’evoluzione latente e parallela dell’espressionismo ma realizzata in modo più globale e concettualmente più moderna ed avanzata rispetto alla tradizionale, legata principalmente a mostrare espressioni esterne di atteggiamenti interiori dell’animo umano (Vds. “L’urlo” di Edward Munch – 1893 Oslo).

 M° Internazionale d’Arte Mario Salvo 

Roma, giugno 2017