Enrico Dei
L'arte di Carradori. Gli scorci cittadini e i silenziosi personaggi del suo quotidiano
Nella pittura di roberto Carradori c'è un'apertura, una metamorfosi. La passione per il taglio fotografico, che entrava come protagonista nei suoi dipinti, oggi ha un cambio di registro. Carradori, medico anestesista, è anche un fotografo, oserei dire un professionista, proprio per questa peculiarità fortemente incisa nelle opere antecedenti ormai lontane dall'uso dell'attuale pennello, ecco che il passato si può considerare occiduo nel rinnovamento della sua elegia.
La lirica manifestata nei suoi lavori è carica di un'atmosfera che non si sa se sussiste oggettivamente o se è una rappresentazione del soggetto. Opere apparentemente realistiche: sono otticamente precise e di straordinaria struttura compositiva, di un nitore quasi sonoro, di una luminosa chiarezza e precisione dalle stigmate di un realismo esistenziale, carico di senso simbolico che conduce entro la tranquillità ferma dell'immagine.
I quadri di ultima generazione formano, senza incertezze e senza fratture, un bellissimo insieme di tempo-spazio, un lavoro ricco di sottile tristezza, di atmosfera fantastica, di sogno e di poesia. Gli scorci sono eseguiti nel contesto di una luce diffusa, malinconica, senza traccia di un momento temporale o di stagioni; una luce di memoria completamente inventata e proiettata sulla tela dalla profondità scaturita dalla psiche del pittore. Le figure da lui ritratte, spesso chiuse in costruzioni improvvisamente impietrite, sono immerse nei silenzi che circondano gli eremiti della società contemporanea, quasi una distanza e un distacco dai rumori cadenzati della vita e dalla banalità del quotidiano. I volti carichi di rigore, tesi a testimoniare l'istinto pittorico dell'autore, sono raccontati con la tipica filigrana espressionistica ricca di struggente melanconia, letta e intuita dalle loro scolpite fisionomie immortalate successivamente nel dipinto con un segno graffiante e vibrante. Una serie di racconti che il pittore affida a gesti e atteggiamenti che ci toccano da vicino, una visione mesta, ma non distaccata dai verdetti che il tribunale della vita emette giornalmente.
Ecco l'arte di questo medico prestato alla pittura, o viceversa, e parafrasando Benedetto Croce " un'ispirazione chiusa nel giro di una rappresentazione, ecco l'arte"
ENRICO DEI