Biografia

        Nato alle falde del Vesuvio che sovrasta il golfo di Napoli nel 1963, si forma artisticamente a Caserta dove attualmente vive. Autodidatta, intraprende il suo cammino artistico nel 1988, in piena “TransAvanguardia” con una ricerca astratta fortemente cromatica. (Enzo Battarra). All’Università conosce ed approfondisce il “Pensiero Debole” di Giovanni Vattimo. Questo nuovo approccio filosofico lo accompagnerà in futuro nel suo progetto artistico più intimo insieme all’ “Uomo di Vetro” di Vittorino Andreoli. Nel Dicembre del 1993 si laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Nel 2012 il MAC di Caserta ha acquisito nella sua collezione permanente un suo lavoro tratto dal ciclo “Concetto Fragile” del 1993 dal titolo: “Voglia di Blu”. Nel 2015 la Fondazione ACBEU di Salvador de Bahia (Brasile) ha acquisito una sua opera dal ciclo “l’Essere si Tramanda” nella sua collezione permanente. Salvatore D'Imperio ama definire l'Arte come Spirito che diventa materia. I suoi quadri sono senza tempo. Il suo gesto immediato lascia la razionalità per trasmutarla in materica follia, facendo

ciò, la sua pittura sembra fragile ma paradossalmente scopriamo tutta la sua forza: la forza della fragilità.


Per Salvatore D’imperio vige la legge degli opposti. Lo Yin e lo Yang si scontrano, più che fondersi, per portare l’uomo in un perenne stato di equilibrio fragile. Colori gradienti, costruzioni umane sottili come l’angoscia, sfruttano la leggerezza delle campiture per dimostrare un pensiero etereo e sfuggente. C’è molto del difficile vivere quotidiano di affannosa ricerca di una negata stabilità. Le tensioni e le pulsioni sono vissute in tutta la loro drammaticità senza falsi pudori o menzogne. D’imperio ha un modo tutto suo di interrogarsi sul dramma di una generazione priva di veri punti di riferimento, sempre alle prese con la definizione di un’etica e di una morale, ogni giorno più difficili da trovare. Il Diogene stanco dell’arte, continua a cercare il suo “Uomo”. Solo un uccello sotto forma di Origami sembra indicargli una strada possibile. Per il resto, intorno è caos. Per D’imperio valgono le parole di Bob Dylan: “Io accetto il caos: non sono sicuro che il caos accetti me”.


Massimo Sgroi




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