Luciano Quarantini - 1999 "FREQUENTAZIONI GIOVANILI (PITTURA ESSENZIALISTA)"
Si potrebbe collocare Sergio Graziosi tra i pittori di "Corrente", anche se l'artista sarebbe stato il più giovane e se il "Gruppo Corrente" non si stesse avviando da lì a poco allo sfaldamento, per ricostituirsi nel nuovo fenomeno pittorico, che ormai era inevitabile: il "Realismo".
Infatti, ad un attento osservatore non potrà sfuggire che i primi anni dell'attività di Graziosi sono stati influenzati dai suoi rapporti, quasi quotidiani, tra il bar Giamaica e la latteria/trattoria delle sorelle Pirovini e dai vari studi con Cassinari, Gottuso, Treccani, Sassu e tutti gli altri appartenenti a Corrente prima e Realismo poi. Forse era troppo giovane Graziosi perchè questi grossi nomi, pur apprezzando il suo lavoro, lo prendessero in considerazione se non come ragazzo di bottega. Poi, però, ecco arrivare le prime collettive, poi le personali, una delle quali in una sala abbinata ad uno spazio occupato dai fratelli Pomodoro, allora creatori di gioielli. Come dicevo, le prime opere dell'artista sono legate a "Corrente - Realismo" da colori e soggetti. Poi Graziosi comincia via via a formarsi una sua personalità artistica che si potrebbe e definire "Essenzialista", come ben evidenzia Dino Buzzati in una presentazione per una mostra dell'artista: ...che Graziosi, forse senza che lui lo voglia, o se ne accorga, quando dipinge un uomo o una donna, non esegue un semplice ritratto, nel senso tradizionale del termine, ma esprime e racconta a tutto tondo il mondo che è intorno... appunto "Essenzialista". Infatti passando dai quadri del periodo "Corrente - Realismo" ai paesaggi che ne risentono ancora un po' l'influenza, l'artista man mano, elimina dai suoi quadri i "fronzoli" forse ispirato dai frequenti rapporti con Umberto Peschi scultore, uno degli ultimi marinettiani e dagli incontri con Dino Buzzati appunti, Salvatore Quasimodo, Montale e altri poeti, critici e scrittori-giornalisti.
Poi vennero i viaggi in Spagna ed i colori si accesero, riempirono le tele, invasero le mani e i visi facendo un tutt'uno del personaggio dipinto con lo sfondo. E' di questo periodo l'incontro con il Teatro, creò i costumi per una Tosca andata in scena in una cittadina tedesca; con il passare degli anni questo portò l'artista ad eseguire una serie di ritratti di attori. Qui è sempre più evidente la vena "Essenzialista" di Graziosi che, con pochi tratti e colori, eliminando definitivamente ombre e sfumature, dando risalto a linee e macchie di colore, riesce a descrivere tutto un suo mondo e oltre. appunto solo l'Essenziale.
Infatti, ad un attento osservatore non potrà sfuggire che i primi anni dell'attività di Graziosi sono stati influenzati dai suoi rapporti, quasi quotidiani, tra il bar Giamaica e la latteria/trattoria delle sorelle Pirovini e dai vari studi con Cassinari, Gottuso, Treccani, Sassu e tutti gli altri appartenenti a Corrente prima e Realismo poi. Forse era troppo giovane Graziosi perchè questi grossi nomi, pur apprezzando il suo lavoro, lo prendessero in considerazione se non come ragazzo di bottega. Poi, però, ecco arrivare le prime collettive, poi le personali, una delle quali in una sala abbinata ad uno spazio occupato dai fratelli Pomodoro, allora creatori di gioielli. Come dicevo, le prime opere dell'artista sono legate a "Corrente - Realismo" da colori e soggetti. Poi Graziosi comincia via via a formarsi una sua personalità artistica che si potrebbe e definire "Essenzialista", come ben evidenzia Dino Buzzati in una presentazione per una mostra dell'artista: ...che Graziosi, forse senza che lui lo voglia, o se ne accorga, quando dipinge un uomo o una donna, non esegue un semplice ritratto, nel senso tradizionale del termine, ma esprime e racconta a tutto tondo il mondo che è intorno... appunto "Essenzialista". Infatti passando dai quadri del periodo "Corrente - Realismo" ai paesaggi che ne risentono ancora un po' l'influenza, l'artista man mano, elimina dai suoi quadri i "fronzoli" forse ispirato dai frequenti rapporti con Umberto Peschi scultore, uno degli ultimi marinettiani e dagli incontri con Dino Buzzati appunti, Salvatore Quasimodo, Montale e altri poeti, critici e scrittori-giornalisti.
Poi vennero i viaggi in Spagna ed i colori si accesero, riempirono le tele, invasero le mani e i visi facendo un tutt'uno del personaggio dipinto con lo sfondo. E' di questo periodo l'incontro con il Teatro, creò i costumi per una Tosca andata in scena in una cittadina tedesca; con il passare degli anni questo portò l'artista ad eseguire una serie di ritratti di attori. Qui è sempre più evidente la vena "Essenzialista" di Graziosi che, con pochi tratti e colori, eliminando definitivamente ombre e sfumature, dando risalto a linee e macchie di colore, riesce a descrivere tutto un suo mondo e oltre. appunto solo l'Essenziale.