Luciano Quarantini - 2004 "UNA AMICIZIA LUNGA UNA VITA"
Sergio Geaziosi e Umberto Peschi; due vite quasi parallele. La loro amicizia risale a quando Sergio era poco più che un ragazzetto, infatti Umberto era molto amico di suo padre; amici d'infanzia.
Mi raccontava Sergio che: quando incontrò Peschi per la prima volta fu come un colpo di fulmine. Umberto, con il suo modo dolce ed energico, nello stesso tempo, nel parlare d'arte, ...insinuò in me il "tarlo" dell'artista.
Da quella prima volta il rapporto d'amicizia continuò fino alla morte di Peschi e oltre, penso, ora che anche Graziosi a raggiunto "...i verdi pascoli celesti...". Infatti era impensabile passare per le Macerata senza fare una visita ad 'Umberto', a casa prima e dopo la sua morte alla tomba dell'amico scomparso nel 1992 e, nello stesso cimitero lo ha raggiungto otto anni dopo nel 2000.
Erano due spiriti liberi, artisti con la 'A' maiuscola.
Entrambi avevano girato il mondo, avevano incontrato ed erano diventati amici di grandi personaggi dell'arte, della letteratura e del teatro, ma il loro cuore era sempre nella loro terra marchigiana, tra le loro colline, tanto che Peschi abbandonò i fasti romani per tornare alla sua Macerata, alla sua casa, alla tranquillità che gli mancava a Roma. Ma non fu un chiudersi, anzi, Umberto nella sua terra, nella sua città, nella sua casa, tra nuovi e vecchi amici proseguì, proficuamente, il suo percorso con un entusiasmo quasi infantile.
Graziosi invece a portato con se il sogno di tornare a vivere, definitivamente, nelle Sue Marche. Erano nel suo cuore, tanto che negli ultimi otto anni della sua vità, aveva scelto come sua città adottiva Montecosaro e qui inizio una collaborazione artistica con il bel comune dell'entroterra maceratese, oggi uno dei "Borghi più Belli d'Italia" e "Gioiello d'Italia".
Qui ogni estate veniva a rinfrancarsi lo spirito, fuggendo dalla caotica Milano, ed a presentare le sue nuove produzioni e gli oggetti d'arte antica della sua collezioni, con il suo entusiasmo in questo periodo aveva contagiato, coinvolgendoli, anche alcuni suoi amici milanesi e romani; pittori, scultori e attori.
Per questa collaborazione, nel suo ricordo e in memoria di questa amicizia "lunga una vita", io l'ho proseguita , dal momento che, coinvolto in questa avventura, gli sono stato accanto dal 1980 fino alla Sua morte, con l'idea, che ra nel cuore di Graziosi, di creare, con la collaborazione, degli amici Egidio Del Bianco e Lucio Del Gobbo, dei sindaci Cesare Serafini, Maurizio Capezzani prima e Stefano Cardinali ora e con le loro giunte, oggi, questa Pinacoteca d'Arte Contemporanea intitolatà ai due Artisti è una realtà, con la speranza che questa "Amicizia" possa essere da esempio per tutti gli artisti quivi raccolti e non solo.
Mi raccontava Sergio che: quando incontrò Peschi per la prima volta fu come un colpo di fulmine. Umberto, con il suo modo dolce ed energico, nello stesso tempo, nel parlare d'arte, ...insinuò in me il "tarlo" dell'artista.
Da quella prima volta il rapporto d'amicizia continuò fino alla morte di Peschi e oltre, penso, ora che anche Graziosi a raggiunto "...i verdi pascoli celesti...". Infatti era impensabile passare per le Macerata senza fare una visita ad 'Umberto', a casa prima e dopo la sua morte alla tomba dell'amico scomparso nel 1992 e, nello stesso cimitero lo ha raggiungto otto anni dopo nel 2000.
Erano due spiriti liberi, artisti con la 'A' maiuscola.
Entrambi avevano girato il mondo, avevano incontrato ed erano diventati amici di grandi personaggi dell'arte, della letteratura e del teatro, ma il loro cuore era sempre nella loro terra marchigiana, tra le loro colline, tanto che Peschi abbandonò i fasti romani per tornare alla sua Macerata, alla sua casa, alla tranquillità che gli mancava a Roma. Ma non fu un chiudersi, anzi, Umberto nella sua terra, nella sua città, nella sua casa, tra nuovi e vecchi amici proseguì, proficuamente, il suo percorso con un entusiasmo quasi infantile.
Graziosi invece a portato con se il sogno di tornare a vivere, definitivamente, nelle Sue Marche. Erano nel suo cuore, tanto che negli ultimi otto anni della sua vità, aveva scelto come sua città adottiva Montecosaro e qui inizio una collaborazione artistica con il bel comune dell'entroterra maceratese, oggi uno dei "Borghi più Belli d'Italia" e "Gioiello d'Italia".
Qui ogni estate veniva a rinfrancarsi lo spirito, fuggendo dalla caotica Milano, ed a presentare le sue nuove produzioni e gli oggetti d'arte antica della sua collezioni, con il suo entusiasmo in questo periodo aveva contagiato, coinvolgendoli, anche alcuni suoi amici milanesi e romani; pittori, scultori e attori.
Per questa collaborazione, nel suo ricordo e in memoria di questa amicizia "lunga una vita", io l'ho proseguita , dal momento che, coinvolto in questa avventura, gli sono stato accanto dal 1980 fino alla Sua morte, con l'idea, che ra nel cuore di Graziosi, di creare, con la collaborazione, degli amici Egidio Del Bianco e Lucio Del Gobbo, dei sindaci Cesare Serafini, Maurizio Capezzani prima e Stefano Cardinali ora e con le loro giunte, oggi, questa Pinacoteca d'Arte Contemporanea intitolatà ai due Artisti è una realtà, con la speranza che questa "Amicizia" possa essere da esempio per tutti gli artisti quivi raccolti e non solo.