Lucio Del Gobbo - 1999 - "PER GRAZIA DI ESILIO"

Il rapporto che ho con Sergio Graziosi è di sincera ed affetuosa amicizia. Fece da tramite alla nostra conoscenza Umberto Peschi. Credo che ciò sia stato fondamentale per il rapporto stesso, e lo distingua ancora in modo profondo. Peschi viveva nell'arte, tutta la sua vita passava attraverso il filtro di essa. Le sue amicizie si configuravano come incontri nell'arte, da ciò erano sostenute e continuamente rinnovate. Ora, un'amicizia che ha avuto una tale mediazione potrebbe mai rifiutarne la caratterizzazione? Naturalmente no: e la mia amicizia con Graziosi nella confidenza artistica soprattutto si esprime.
Non poca rilevanza, nella ricerca di Graziosi, ha avuto l'aspetto culturale: le sue frequentazioni, le sue esperienze in vari campi, il rapporto continuo tra arte e poesia, l'influsso del teatro e della fotografia. Graziosi è un intellettuale, e nella sua espressione le varie discipline sono sempre tutte comprese e connesse. Così come la sua arte si rapporta cronologicamente  e psicologicamente alla sua vita. Ammiro profondamente l'intellettualità di Graziosi, essa mi fa avvicinare circostanze e luoghi sconosciuti, mi mette a contatto con sensazioni di stimolante inquietudine. Nell'intimità della coscienza Graziosi ha alleanze molto segrete, molto forti. Il suo recupero della memoria è personalizzato nei modi, ed è sempre marcatamente autobiografico.
La sua pittura ha risentito di questo clima culturale. E' stato scritto ed è vero. Ma c'è sempre stato in Graziosi anche uno stimolo di sostanziale indipendenza. Alcuni pensano che l'arte non possa ormai più rinnovarsi, perchè tutto è stato detto e tutto è stato fatto. Non è vero. E Graziosi non crede assolutamente questo: lo dimostra cambiando e rinnovandosi continuamente, non preoccupandosi delle etichettature e di possibili ologazioni. La sua espressione cambia, non segue clichè ed è assolutamente estranea a convinzioni che la rapportino ad interessi pubblicitari o commerciali, come spesso avviene. E' sempre diversa e originale perchè si rapporta alla vita, ai periodi di essa, a un modo di pensare e di sentire personalissimi. E' diario, è cronaca, il più delle volte è meditazione, riflessione profonda anche su questioni fondamentali della vita (nel senso di esistenza), della morale, della fede, etc. Graziosi cerca la sintesi in se stesso attraverso una sorta di multimedialità. E' moderno ma al tempo stesso ama la tradizione e tutto ciò che la tramanda. Ne deriva un'espressione diversa, che provoca e si provoca, che stimola il pensiero. Un'espressione perennemente dialettica, che non spiega ma interroga, che non vuole essere accomodante e consolatoria, ma inquietante e provocatoria...
Un'altro aspetto rilevante nella personalità e nel comportamento di Graziosi è la continua impressione di isolamento e di esilio: si potrebbe pensare a un vero e proprio complesso dell'esule. Mi spiego. Graziosi pensa alle Marche, sua terra natale, con nostalgia. Due o tre volte all'anno vi ritorna, incontra amici e parenti, pensa alla giovinezza, alla famiglia che non c'è più, e poi riparte, per chiudersi appunto nelle sue stanze milanesi, da esiliato. Ha il sospetto che nella sua città di origine, Macerata, non lo apprezzino (ma in realtà vi è semisconosciuto) e dunque, per ripicca, se ne tiene lontano "accampandosi" a Montecosaro, dove più volte all'anno espone e pubblicizza i suoi quadri e i suoi libri di poesia. Sovente presenta anche altri amici, acquisiti a Milano, e questo gli consente di esportare nelle Marche un po' dell'ambiente culturale in cui si sente inserito.
Ma Graziosi è esule non per capriccio o per rappresaglia; gli è necessario sentirsi tale, la sua è soprattutto una necessità poetica. Egli sa bene che la sensazione esatta delle cose , dei sentimenti, dei pensieri, degli accadimenti, la si ha solo quando, e se, si è lontani dalle cose stesse. La realtà appare nella sua evidenza quando è distante e, in qualche modo, irraggiungibile. E' allora che la si vive con intensità, ed è la condizione per cui essa si carica dei suoi significati più veri. Sono in grado di valutare queste caratteristiche di Graziosi perchè lo conosco bene ormai, e gli sono amico. E posso dire che avere per amico un esule è una fortuna che non può avvertire chi non ce l'ha. Esserne corrispondenti è stimolante, ti fa capire e soffrire, e ti fa amare ancora più le cose.