Massimo Scrignòli ? 1992 "NOTA A MARGINE PER I PERCORSI DI SERGIO GRAZIOSI"
Sono cose di luce e di sole, di mète individuate, le tante tessere che compongono il mosaico del percorso artistico e poetico di Sergio Graziosi, instancabile viaggiatore dei sensi.
E, forse, il punto d'incontro del suo dire - anzi, della sua necessità di dire - è proprio nella sovrapposizione degli strumenti usati e privilegiati per comunicare: pittura e poesia si confondono nel segno, identificandosi nel dialogo da lui cercato e voluto.
"Poesia che nasce sulla poesia" dice giustamente Gastone Breddo e questa genesi racchiude in sè gli amori irrequieti e energici che troviamo nelle figure intriganti e nelle urla ammutolite dei quadri di un Graziosi che è poeta sempre, anche nel momento in cui decide di eseguire se stesso.
<<"a.D. MCMXCII" rappresenta un singolare itinerario a ritroso, nel proprio tempo, dal 1992 al 1946, quando appena quindicenne già macchiava di inchiostro leggero lo spazio della sua mente. All'indietro, quindi, ma non solamente per scansioni temporali; lo sguardo si rivolge al passato per incontrare "lune che s'impigliano" e "monologhi giocosi", e per ritrovare un alterego a volte mascherato sfiorando "qualcosa di eterno".
"No es sueno / ls vida", colora il foglio raccontando sottovoce Graziosi; e penso che ancora una volta ci voglia indicare i nascondigli delle "sue" stelle, delle lune, degli occhi multiformi più volte ricorrenti, del suo saper scandire il vero sentimento che racchiude la vita.
"No es sueno", eppure in lui diviene sogno e incanto il "turchese lasciato nella mano" o il "cuore che sa vibrare, ancora una volta come un liuto".>>
Ed è in questa riconoscibile impronta, nel gesto mai rassegnato, nella cosciente dignità di chi sa di avere il potere di attraversare il sogno nel viaggio insistente tra città e profili di uomini e storie che già erano incisivamente presenti nelle precedenti raccolte di poesie; "Formula del tormento" e "Persona", è in questa visibile traiettoria -credo- che vive e si propone la cifra incessantemente dell'essenza artistica di Sergio Graziosi.
E, forse, il punto d'incontro del suo dire - anzi, della sua necessità di dire - è proprio nella sovrapposizione degli strumenti usati e privilegiati per comunicare: pittura e poesia si confondono nel segno, identificandosi nel dialogo da lui cercato e voluto.
"Poesia che nasce sulla poesia" dice giustamente Gastone Breddo e questa genesi racchiude in sè gli amori irrequieti e energici che troviamo nelle figure intriganti e nelle urla ammutolite dei quadri di un Graziosi che è poeta sempre, anche nel momento in cui decide di eseguire se stesso.
<<"a.D. MCMXCII" rappresenta un singolare itinerario a ritroso, nel proprio tempo, dal 1992 al 1946, quando appena quindicenne già macchiava di inchiostro leggero lo spazio della sua mente. All'indietro, quindi, ma non solamente per scansioni temporali; lo sguardo si rivolge al passato per incontrare "lune che s'impigliano" e "monologhi giocosi", e per ritrovare un alterego a volte mascherato sfiorando "qualcosa di eterno".
"No es sueno / ls vida", colora il foglio raccontando sottovoce Graziosi; e penso che ancora una volta ci voglia indicare i nascondigli delle "sue" stelle, delle lune, degli occhi multiformi più volte ricorrenti, del suo saper scandire il vero sentimento che racchiude la vita.
"No es sueno", eppure in lui diviene sogno e incanto il "turchese lasciato nella mano" o il "cuore che sa vibrare, ancora una volta come un liuto".>>
Ed è in questa riconoscibile impronta, nel gesto mai rassegnato, nella cosciente dignità di chi sa di avere il potere di attraversare il sogno nel viaggio insistente tra città e profili di uomini e storie che già erano incisivamente presenti nelle precedenti raccolte di poesie; "Formula del tormento" e "Persona", è in questa visibile traiettoria -credo- che vive e si propone la cifra incessantemente dell'essenza artistica di Sergio Graziosi.