Sofía Álvarez Carreño - pittrice contemporanea
Non saprei come definire il momento in cui nacque il mio lavoro nell' arte. Penso che tutta la mia vita si trasformi con e per l'arte. Credo che imparai a pitturare prima di avere imparato a parlare. Ancora conservo nel cassetto montagne di blocks di disegni, di dubbia interpretazione, da quando avevo 3 anni.
Da sempre avevo sognato che la mia passione poteva diventare il mio lavoro. Ma diverse strade mi portarono a studiare giurisprudenza. Ero brava a scuola, mi piaceva studiare e in quel momento quella scelta era anche "la scelta migliore per la società". Ma diversi problemi di salute mi forzarono a interrompere i miei studi di legge in quarto corso. Sentivo come se qualcosa dentro di me stava per crollare di un momento al altro. Come se il mio corpo urlasse un lamento, come se cercasse di parlarmi, di dirmi che non era quella la mia strada da fare.
E fu così che lasciai tutto e andai in Italia. Scoprii il nord, mi innamorai del Veneto, della sua gente e della sua arte. Potevi trovare persone dipingendo in ogni angolo delle strade, di forma naturale. E quelle strade del destino mi portarono a Roma dove decisi di rimanere a vivere. Il lamento interno era finito e la malattia era scomparsa.
Mi sentivo circondata da tutto ciò che poteva connettere con la mia passione più intrinseca e gelosamente conservata. Mi sentivo a casa. Ritornai a dipingere. A Roma mi sono formata in effetti speciali e trucco professionale. Formazione che mi diede la opportunità di lavorare e di scoprire colori di mondi diversi dal teatro al cinema, della televisione alla moda. Questo lavoro mi aveva regalato il potere conoscere l'Italia forse molto più di quel che posso conoscere la mia propria terra. Italia dipinse le mie paure di libertá. Ma lo stile di vita, bello ma frenetico, di quel mondo di caos che tanto mi aveva donato, paradossalemente mi allontanò dalla pittura.
Fino al giorno in cui il propio destino ritornò ad equilibrare di nuovo le sue priorità. Nel modo in cui meglio lo sa fare, di colpo. Subi un grave incidente stradale che mi constrinse a fermarmi e a guardarmi dentro. Avevo bisogno di dipingere. Non potevo sapere se avrei potuto tornare a camminare, ma si sapevo che volevo dipingere. Fu un cambio radicale e difficile nella mia vita; in tutti i suoi ambiti.
Nonostante tutto, oggi come oggi guardo indietro e lo vedo veramente come un regalo. Ritornai a prendere i pennelli. Il dolore non scomparve ma si transformò. Tornai in Asturias, a Gijón, tornai al mare Cantábrico, tornai per dipingere i miei sogni. Ed é quel profumo di mare, quella luce, quel colore unico che ho la fortuna di sentire ogni mattino al risvegliarmi, quell che mi dona la forza per continuare a inseguire il chiamato " vento di cambio". Quel vento di cambio in cui mi trovo oggi. Sono dove voglio stare, con chi voglio stare e creando e dipingendo il cammino che voglio intraprendere.
No sabría definir cuándo comenzó mi trabajo en el arte, ya que creo que mi vida se mueve y se transforma con y por el arte. Puede que empezara a pintar antes de saber hablar. Aún conservo montañas de blocks de dibujos de difícil interpretación desde los 3 años.
Siempre soñé con que mi pasión se convirtiera en mi trabajo, pero terminé estudiando Derecho. Se me daba bien estudiar y en aquel entonces era " socialmente la mejor opción". Por problemas de salud interrumpí la carrera en cuarto. Fue como si algo dentro de mí se desmoronase, como si mi cuerpo se quejase e intentara decirme que ese no era mi camino. Así que lo dejé todo y me fuia Italia. Primero estuve en el norte, donde me enamoré del Veneto, de su gente y de su arte. Podías encontrarte a personas pintando en la calle en cada rincón, de forma natural. Terminé viviendo en Roma, el lamento cesó y la enfermedad remitió.
Estaba rodeada de todo aquello que se conectaba con mi pasión más arraigada y celosamente guardada. Me sentí en casa. Volví a pintar. Allí me formé en efectos especiales y maquillaje profesional. Lo cual me permitió trabajar y descubrir colores de mundos diversos, desde el teatro, el cine, la televisión, hasta la moda en pasarela. Trabajo que me permitió conocer Italia quizás más que mi propia tierra. Italia pintó mis miedos de libertad. Pero el ritmo frenético de aquel mundo caótico que tanto me había dado, paradójicamente me alejó de la pintura.
Hasta el díua en que el destino volvió a equilibrar nuevamente las prioridades de la forma en que mejor lo sabe hacer; de golpe. Sufrí un grave accidente de coche que me obligó a parar, a mirarme dentro de verdad. Necesitaba pintar. No sabía si volvería a caminar, pero si sabía que quería pintar. Fue un cambio drástico y duro en mi vida, en todos sus ámbitos.
Aún así, hoy miro atrás y lo veo como un regalo. Volví a coger los pinceles. El dolor no desapareció, pero se transformó. Regresé a Asturias, a Gijón, regresé al Cantábrico, regresé para pintar mis sueños. Y es ese olor a mar, esa luz, ese color que tengo la suerte de sentir cada mañana al despertar, el que me da la fuerza para seguir el llamado " viento de cambio" en el que aún me encuentro. Estoy donde quiero estar, con quien quiero estar y creando y pintando el camino que quiero recorrer.