Biografia
Tarquinio Bullo è nato a Chioggia e risede a Spinea Ve, due città in provincia di Venezia.
Pittore ed incisore sin dagli anni cinquanta, si esprime in àmbito originale e le sue opere possono essere definite creazioni di "Astrazione Figurata".
La sua formazione di base è avvenuta nel gruppo culturale "Carlo dalla Zorza", per frequentare poi vari corsi presso la "Scuola Internazionale di Grafica di Venezia", l'ultimo nel 1991 di Grafica Sperimentale con Ricardo Licata. Ciò gli ha permesso di confrontarsi validamente con una tecnica sempre in evoluzione, appassionatamente, realizzandosi nella pienezza del termine e realizzando incisioni di pregio, che sono un vanto dell'artista e ancora adesso a distanza di anni riconosciute nel loro valore.
Bullo ha avuto l'opportunità di operare in altre regioni d'Italia, Europa, Stati Uniti e Brasile ottenendo riconoscimenti, premi e consensi con numerose personali, collettive, concorsi.
Numerosissimi i critici che hanno scritto di lui su giornali, riviste d'arte e cataloghi.
La sua arte affascina sia per la poliedrica espressività con cui egli interpreta le tematiche, inserendosi talvolta nell'alveo di storici movimenti d'avanguardia, sia per la novità delle tecniche, coltivate con passione e spiccato gusto per la sperimentazione.
Il percorso artistico di Tarquinio Bullo è sempre sorretto da uno spirito innovativo volto alla costante sperimentazione e all'invenzione, volte a compenetrare sogno e realtà sino a raggiungere cromatiche vibrazioni che rendono i suoi lavori riconoscibili con immediato effetto di attrazione.
Considerazioni dell'artista
La pittura e la fotografia, come altre forme d'arte, sono espressione di vita e attraverso di esse l'artista comunica con il mondo intero, esegue le sue opere con l'intento di trasmettere le sue emozioni ai fruitori. L'arte è sublime, praticarla o amarla nobilita e arricchisce lo spirito. Nonostante questo, in questi ultimi anni l'arte è in declino, non si sa tale crisi è provocata dalla crisi finanziaria o da sprovveduti collezionisti che incautamente continuano ad acquistare opere che i fantasmi dei capostipiti dell'arte, scomparsi, continuano a sfornare, favorendo così le truffe e il commercio di falsi. Per anni il critico d'arte Donato Conenna ha scritto: nutriamo l'illusione di fermare la storia dell'arte agli Anni Settanta del Novecento come se "dopo" nulla sia accaduto. Così facendo ignoriamo il lavoro di un'intera generazione di operatori, seri e validi, che hanno il solo torto di essere vivi.
Morale: acquistate opere che vi piacciono, credete solo al vostro gusto (al semplice «mi piace» o «non mi piace») e non consideratele come investimento. Comperate solo da artisti ancòra in vita, e questo non lo raccomando solo io; e non credere di esprimere, così facendo, il giudizio di un incolto. Si tratta infatti dello stesso criterio di scelta teorizzato dal filosofo Immanuel Kant. Solo così saremo certi dell'autenticità dell'opera, guardando finalmente avanti per vedere cos'è successo dopo gli Anni Settanta. Non dimentichiamo che l'arte è una delle risorse più nobili e dignitose che ci rimangono.