Biografia

Mi chiamo Vincenza Cotugno e sono nata a Roma il 23 aprile del 1984. Vivo in Molise, in provincia di Isernia. Ho compiuto studi artistici presso l’Istituto statale d’arte “G. Manuppella” di Isernia, conseguendo il diploma del corso sperimentale di Moda e Costume nel biennio 2002/2003. Successivamente la mia carriera artistica ha subito un arresto, per motivi di carattere personale.

Ho ripreso a dipingere, dopo una lunga interruzione, nel 2014. Determinata a farne la mia professione – per quanto possibile – e consapevole di come la pittura sia, per me, non solo passione, ma anche medicina, ho iniziato un lungo percorso di ricerca e di analisi interiore, che vorrei trasparisse dai miei lavori.

La mia produzione artistica è incentrata particolarmente sullo studio della figura umana. L’analisi delle luci e delle ombre, il loro alternarsi sui visi, i giochi di bagliori, mi permettono di aprire uno spiraglio – se così posso dire – sul mondo interiore, sull’ anima, sui sentimenti e pensieri che si alternano o confliggono nell’intimo di ciascun personaggio.

I temi che prediligo sono tratti, per quanto riguarda i quadri a soggetto religioso, dall’Antico e dal Nuovo Testamento, oltre che dalle leggende popolari e dalle agiografie. I miei santi sono totalmente umani. Non possiedono aloni dorati e aureole che li distinguono dai pagani. Dio non appare dall’alto, assiso su un trono di nuvole, ad indicar loro il percorso da seguire. La santità, per quanto mi riguarda, è un perseguimento delle virtù, è una tensione continua che spinge il santo – o, meglio, chi desidera farsi santo – alla perfezione. È una sorta di eliminazione del superfluo, di tutto ciò che agli occhi di un cristiano appare mondano e inutile. L’immagine che questo processo richiama alla memoria è quella – puramente profana – della rimozione degli strati superficiali di una cipolla. Ho già detto che Dio non parla ai miei santi dall’esterno, non comunica con loro per mezzo delle bellezze della natura e del creato. Dio dialoga con questi uomini-santi dall’interno, per mezzo di quella che – quando ero bambina – veniva definita “voce della coscienza”. Nel silenzio della meditazione e della preghiera, gli insegnamenti di Dio aiutano l’uomo a trasfigurarsi e a farsi seguace di Cristo e colonna dell’umanità.

I temi dei dipinti a soggetto profano sono invece tratti dalla letteratura, dai miti, dalle fiabe. Il testo è sempre il punto di partenza ma la composizione viene rielaborata dalla mia immaginazione e resa in uno stile che, come ho detto in precedenza, privilegia i moti dell’animo e la tensione emotiva. Ancora una volta i miei personaggi sono esseri umani, che nel gioco di chiaroscuri, lasciano intravedere guizzi di personalità, paure, desideri. 

Ho già avuto modo di dire che ho compiuto studi di moda e costume. Presto molta attenzione alla resa dei panneggi, dei ricami e delle decorazioni. Spesso, dietro il più piccolo elemento decorativo, c’è una lunga ricerca e un lungo processo di elaborazione grafica.

La tecnica che prediligo è l’olio su tela, per i motivi che hanno spinto e spingono la maggior parte dei pittori ad usare questa tecnica: la resa brillante e luminosa dei colori e la possibilità di realizzare sfumature come altri medium non permettono.

Quando inizio un lavoro, dedico molto tempo all’analisi della composizione e del disegno, realizzando una serie di schizzi, di disegni preparatori. Una volta realizzato il disegno sulla tela, passo alla lavorazione vera e propria, che consiste nel colorare strato su strato, lasciando che i colori, di volta in volta, asciughino. È indubbiamente un processo che richiede molto tempo ma si adatta perfettamente alle mie esigenze, alle mie aspirazioni.