S. Tinaglia
Il gioco delle metamorfosi nella pittura di Vittorio Laudadio
Nel gioco dell'estro, fra le indagini retrospettive della sua fantasia e della sua realtà, VITTORIO LAUDADIO sa ricomporre, all'interno delle sue tele, uno squisito equilibrio poetico, ed è appunto in questo equilibrio che scompaiono e si annullano i confini del suo mondo di visioni estatiche e di realtà crude per introdurre il fruitore in una prospettiva intima di pace, spesso, ma anche di accorata solitudine, di triste dolcezza, apparentemente quieta, tranquilla.
La sofferenza di questo artista va oltre i termini comuni della tradizione, dove le manifestazioni espressive si evolvono in ricerche autentiche e procede in soluzioni di luce, in profondità, in guizzi di aperture improvvise, in accumuli di distanze e di ombre che creano i giochi delle voci opposte, che riflettono gli argomenti del suo tema artistico.
Le vicende che le sue tele narrano, sono la storia di ogni giorno dell'isolano, la storia di un amore-odio, della sua ricerca affannosa di calore umano, del disperato senso di vuoto da colmare, delle ritrosità, della paura, del timore, dell'amore intenso in senso assoluto.
Il rapporto uomo e cose si drammatizza spesso e la tavolozza di Laudadio lo rende ancor più incisivo, al punto che l'atmosfera, gli ambienti si sensibilizzano, conducono ad illusioni di intese visive, creano un gioco fantastico nella sua costante metamorfosi.
L'universalità dei volti di questo artista sono dare a chi osserva la forza di creare un'espressione, sanno riscaldare il cuore del calore del sole, sanno avvolgere i pensieri di amore e di odio, che è poi un altro modo di amare.
Certe sue rappresentazioni sono talmente suggestive da sollecitare l'aspetto emozionale fino alla commozione, impermeate come sono di vaghe malinconie, di accorate tristezze.
Il discorso cromatico è talmente lineare che nelle sue fusioni si traduce in sobria eleganza, anche se le luci sono poderose, perché, nelle sue tele, Laudadio, ci inserisce l'immenso, accecante sole dell'isola che, a livello simbolico, è la forza di un amore prepotente e tenace per una terra amara e, spesso crudele nelle sue generosità di affetti e di donazioni.
Un artista gioioso e sofferente, pensoso ed assorto, intimo e confortante, che esalta la natura e, nello stesso tempo, gonfio di amore per il suo prossimo, che sa donare con le sue pennellate la forza che intimamente possiede e sa anche distruggere, nel suo desiderio di comunicare, raccontare, raccogliere e partecipare tutti i suoi drammi, tutte le sue sofferenze, tutti i suoi dubbi, che sono poi quelli dell'umanità, vista da Vittorio Laudadio, oltre gli spiragli delle sue finestre, vista oltre le curve dei viottoli, al di là dei muri, al di là di quei suoi volti che sono il volto dell'uomo, inteso in senso universale, uomo che è Dio, nella sua meravigliosa creazione e presenza.