Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno | Porto antico di Genova

di World Art Education

quadri in vendita online - Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno | Porto antico di Genova

Descrizione

Tutti abbiamo creduto di poter trattare la Storia come un esperimento di fisica. La differenza è che in fisica si può ripetere l'esperienza migliaia di volte, ma nella Storia si può farlo una sola volta.

Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno


Buio a mezzogiorno

romanzo scritto da Arthur Koestler


Buio a mezzogiorno (titolo in tedesco: Sonnenfinsternis) è un romanzo dello scrittore ungherese Arthur Koestler, pubblicato in lingua inglese nel 1940 col titolo Darkness at Noon. L'opera più celebre di Koestler racconta la storia di un vecchio bolscevico: ne descrive l'arresto, la detenzione, gli interrogatori, il processo per tradimento contro il governo che egli stesso contribuì a creare, e l'esecuzione. Ambientato nel 1939, nel periodo delle Grandi purghe di Stalin e dei processi di Mosca, Koestler non nomina mai la Russia o l'URSS, tendendo invece a usare i termini generici di gente e organizzazioni. Cosicché, per esempio, si riferisce al governo sovietico come "il Partito" e la Germania nazista è "la Dittatura". Stalin è rappresentato dal "Numero Uno", minaccioso despota. L'opera esprime tutta la disillusione provata da Koestler per la fede, irreparabilmente perduta, nell'ideologia totalitaria comunista dell'URSS all'inizio della seconda guerra mondiale.


Buio a mezzogiorno


Titolo originale


Darkness at Noon


La copertina della prima edizione statunitense del romanzo


Autore


Arthur Koestler


1ª ed. originale


1940


1ª ed. italiana


1946


Genere


romanzo


Lingua originale


inglese


Ambientazione


Unione Sovietica, 1939


Protagonisti


Nicola Salmanovič Rubashov


Altri personaggi


Ivanov, Gletkin, Michele Kieffer


("Labbro leporino")


Trama


Un alto funzionario del Partito sovietico, ex commissario del popolo, Nicola Salmanovič Rubashov, viene arrestato nella sua abitazione in piena notte, per attività controrivoluzionarie. Trasferito in cella, ricorda la propria vita di esponente di primo piano del Partito fin dalla Rivoluzione e le persone che egli stesso ha portato alla condanna e alla "liquidazione". Un racconto preciso che rispecchia realisticamente quanto descritto da altre testimonianze sull'atmosfera di quegli anni.


Il romanzo, scritto nel 1940 e ambientato nel 1939, si rifà al processo e alla condanna a morte di Nikolaj Ivanovič Bukharin, svoltosi nel 1938, e a quelli di altri alti dirigenti comunisti che in quegli anni furono vittime di un'epurazione che caratterizzò l'epoca del Grande terrore. Koestler indaga come un uomo, preso da un perverso ingranaggio di accuse false e torture psicologiche e fisiche, sia indotto a confessare crimini che non ha commesso e che, comunque, tali non sono.


All'epoca, soprattutto i funzionari che avevano svolto missioni all'estero, come il protagonista Rubashov, vennero accusati di cospirazioni con il capitalismo, di tradimenti della causa comunista che essi non concepivano nemmeno. Le confessioni estorte con la tortura venivano poi utilizzate contro l'imputato e il cerchio si chiudeva sia per il falso testimone, a sua volta accusato da altri, sia per l'imputato. Un incubo dal quale si usciva solo con la morte, inutile e liberatoria.


Uno degli stessi funzionari che interrogano Rubashov, il magistrato inquirente Ivanov, un tempo suo amico e collega di università, nel corso della breve detenzione di Nicola Salmanovič, viene incriminato e assassinato a sua volta dopo un diverbio con lo zelante, incolto funzionario della nuova generazione, Gletkin, che incarna la dottrina più cieca, senza altri valori se non quelli del Partito e della sua politica.


Come riflette Rubashov, ancora dibattuto tra l'abbandono di un sistema che egli stesso ha contribuito a costruire e funzionare oppure la sua definitiva accettazione, anche annullando la propria vita e dignità, il Partito ha sostituito ai concetti morali di buono e cattivo quelli razionali di utile e dannoso, e per esso la vita del singolo non ha alcuna importanza di fronte alla Storia.


Fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Buio_a_mezzogiorno




Arthur Koestler


scrittore e filosofo ungherese


Arthur Koestler, nato Artúr Kösztler (IPA: [ˈɒːrtuːr ˈkøstlɛr]) (Budapest, 5 settembre 1905 – Londra, 1º marzo 1983), è stato uno scrittore, giornalista, saggista, filosofo e parapsicologo ungherese naturalizzato britannico. Teorizzò l'olarchia, da cui discende la teoria societale di olocrazia.[1]


Arthur Koestler nel 1969

Biografia

Arthur Koestler nacque a Budapest, all'epoca parte dell'Impero austro-ungarico, il 5 settembre del 1905 da una famiglia ebraica ashkenazita, figlio di Henrik Kösztler, un commerciante ungherese originario di Miskolc, e di Adele Jeiteles, una donna boema originaria di Praga, ma cresciuta in Austria. Nei primi anni venti, si trasferì con la famiglia a Vienna, dove nel 1922 si iscrisse alla facoltà di ingegneria del Politecnico. Nell'ambiente universitario aderì alla confraternita sionista. Tuttavia, quando l'attività commerciale di suo padre fallì fu costretto a ritirarsi poiché la famiglia non poté più permettersi di pagare la retta.


Nel 1926, abbandonò quindi l'Europa ed emigrò con i primi coloni sionisti in Palestina, al tempo un protettorato britannico, ove lavorò, sfruttando le competenze degli studi universitari mai completati, come assistente ingegnere in una fabbrica. Assunto da un giornale tedesco, divenne inviato da Gerusalemme, per poi trasferirsi in Germania, dove assunse la carica di co-direttore del Berliner Zeitung am Mittag, iscrivendosi successivamente al Partito comunista. Nel 1934 si rifugiò in Francia, a Parigi, per sfuggire alle persecuzioni razziali naziste. Continuò la sua attività di giornalista indipendente, denunciando sempre il pericolo costituito dal regime nazista. Inviato in Spagna per seguire gli sviluppi della guerra civile spagnola, venne catturato e condannato a morte dall'esercito franchista. L'intervento della diplomazia britannica gli salvò la vita. Tornato in Francia nel 1939, decise di abbandonare il partito comunista, di cui abiurò l'ideologia a seguito delle grandi purghe e deportazioni staliniane. Scrisse Buio a mezzogiorno, il cui protagonista è un uomo del Partito Bolscevico sovietico che cade vittima del sistema di persecuzione di cui egli stesso aveva fatto parte. Il romanzo gli provocò l'ostilità di numerosi intellettuali di sinistra vicini al partito comunista; come conseguenza, lo scrittore cadde in una forte depressione che lo spinse a tentare il suicidio col gas.


Allo scoppio della seconda guerra mondiale le autorità della Francia occupata lo internarono per qualche mese a Le Vernet; liberato, si arruolò nella Legione Straniera, per sfuggire alla deportazione sotto il regime collaborazionista della Repubblica di Vichy governata dal generale Pétain. Riuscì in tal modo a raggiungere Londra, dove si stabilì definitivamente, prendendo anche la cittadinanza britannica.


Nel secondo dopoguerra continuò l'attività di scrittore e polemista, su posizioni decisamente anticomuniste. Fu anche insignito dell'Ordine dell'Impero Britannico. Nel 1983 Koestler, affetto da malattia di Parkinson e leucemia, si suicidò insieme alla terza moglie Cynthia. I corpi dei due coniugi furono trovati dalla cameriera nella loro casa londinese il 3 marzo.[2] La coppia si era tolta la vita 36 ore prima con una overdose di barbiturici.[3]


Vita privata


Ebbe tre mogli: Dorothy Ascher (dal 1935 al 1950), Mamaine Paget (dal 1950 al 1952), Cynthia Jefferies (dal 1965 al 1983).


Fonte :

https://it.wikipedia.org/wiki/Arthur_Koestler



Papa Francesco

266º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (1936-)


Biografia 

Nato nel barrio di Flores a Buenos Aires da una famiglia di origini piemontesi e liguri, è il primogenito dei cinque figli[5] di Mario Bergoglio, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires,[6] e di Regina Maria Sivori, casalinga. Da parte di padre, il bisnonno Francesco era nativo di Montechiaro d'Asti,[7] mentre il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito[8] di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro,[9][10][11][12][13] ove è sopravvissuto un ramo della famiglia;[14] la nonna Rosa era originaria di Piana Crixia in provincia di Savona.[15][16] Da parte materna, il nonno era originario di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova;[17][18] la nonna era originaria della frazione Teo di Cabella Ligure, in provincia di Alessandria.[19]...

https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Francesco



“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.”


PAOLO BORSELLINO


Fonte:

https://www.tecnicadellascuola.it/paolo-borsellino-parlate-di-mafia-parlatene-alla-radio-in-televisione-sui-giornali-pero-parlatene-liniziativa-della-tecnica-della-scuola


Liguria: “Le mani delle cosche sui fondi PNRR”. La direzione antimafia lancia l’allarme


In breve: Nell'ultima relazione antimafia confermata la presenza di due locali dell'ndrangheta nell'imperiese.


14 Settembre 2023


https://www.imperiapost.it/639999/liguria-le-mani-delle-cosche-sui-fondi-pnrr-la-direzione-antimafia-lancia-lallarme?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR0tEIVl30s_e4mkO4fdfT4-Lu6a-9WxGxAoTs5B_7-WIGjFDd-nELrZGl0_aem_AXaZ4faqcUBlqdecEiv0qELlKhiUZr2TziikDTBuPC916oYk2ZTCeCgENWCpMZANet6pc9ptygsXKESXzok4kve1




Nicola Piacente nominato

nuovo Procuratore capo di Genova


Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha nominato il nuovo capo della Procura del capoluogo ligure: si tratta di Nicola Piacente, magistrato proveniente dal Tribunale di Como


Massimo Clementi

28 luglio 2022 08:46


https://www.genovatoday.it/attualita/nuovo-procuratore-capo-genova.html



'Ndrangheta in Liguria


«"... noi con la Calabria abbiamo tutta la massima collaborazione, tutto il massimo rispetto, siamo tutti una cosa, pare che la Liguria è ndranghetista..."»


(Domenico Gangemi, capo locale di Genova e referente per la Liguria in un'intercettazione con Domenico Oppedisano)


La presenza della 'ndrangheta in Liguria incomincia all'inizio degli anni Cinquanta. In questa regione è presente la struttura organizzativa detta camera di compensazione che mette in comunicazione i locali di 'ndrangheta della regione e della Costa Azzurra in Francia. Sul territorio si sarebbero insediate per lo più 'ndrine dell'area jonica e di Reggio Calabria: i Romeo di Roghudi, i Nucera di Condofuri, i Rosmini di Reggio Calabria, i Mammoliti di Oppido Mamertina, i Raso-Gullace-Albanese di Cittanova, i Fazzari di Parghelia e i Piromalli di Gioia Tauro. La locale più importante è quella di Ventimiglia e nel 2016 la DIA conferma la presenza di 'ndrine a Bordighera, Sanremo, Taggia e Diano Marina.


Nel 2012 viene sciolto il primo comune per mafia della Liguria: Ventimiglia (scioglimento successivamente annullato), mentre a quello di Bordighera, sciolto inizialmente nel marzo 2011, è stato annullato il provvedimento di scioglimento con il DPR del 2013.


Con la conclusione nel 2015 del processo La Svolta, scaturita dall'omonima operazione delle forze dell'ordine si riconoscere la presenza di un’associazione a delinquere si stampo mafioso a Ventimiglia. La sentenza diventa definitiva dall'ottobre 2017.


L'ultima relazione della DIA (II semestre 2016) conferma che le attività legali e illegali in cui opera sono: Edilizia, trasporti, giochi e scommesse, raccolta e smaltimento rifiuti.


Struttura


In Liguria la 'ndrangheta, come nel resto d'Italia è suddivisa in locali, ogni locale fa riferimento al locale d'origine in Calabria. I locali liguri, sarebbero stati i primi locali in Italia, al di fuori della Calabria a dotarsi di una sovrastruttura definita: camera di compensazione per la coordinazione dei locali della regione e del basso Piemonte,[5] e anche fungendo da collegamento con i locali insediati nella Costa azzurra, in Francia. Gli appartenenti alla Camera riferiscono direttamente al Crimine di Polsi.


Dalle indagini del 2010 risultano membri della camera di compensazione: Onofrio Garcea, Arcangelo Condidorio e Lorenzo Nucera con a capo Domenico Gangemi. Dalla Camera dipendono anche i locali del Basso Piemonte e della Francia meridionale. Un capo storico, invece fu Antonio Rampino. Il 2 giugno 2011 si conclude l'operazione Maglio 3 che fa anche luce sulle attività della camera.


Domenico Gangemi e Bruno Francesco Pronestì, fino al 2010, erano le persone con la più alte doti in Liguria e nel Basso Piemonte riconosciute dal Crimine di Polsi.


Locali


«Da Ventimiglia a Savona, in ogni principale comune esiste una 'ndrina attiva”. Bordighera, Sanremo compresi.»


(Confessione di Gianni Cretarola durante il processo La Svolta)


Secondo il pentito Francesco Oliviero, 

ex capo locale di Belvedere Spinello, in Provincia di Crotone afferma che in Liguria non esistono solo i 4 locali finora individuati con l'operazione Maglio 3 del 2011 di Genova, Ventimiglia, Sarzana e Lavagna ma tra i 10 e i 15. Anche se Francesco Forgione nel suo ultimo libro ne individua solo altri 5. Dopo gli arresti del 2016, a Lavagna il locale viene confermato con la sentenza della Cassazione nell'aprile del 2021 e la 2° relazione semestrale del 2020 della DIA conferma l'esistenza di soli 3 locali: Genova, Lavagna e Ventimiglia.


Storia 


Anni cinquanta e sessanta


Nel 1950 venne confinato a Latte, frazione di Ventimiglia, Santo Corio, uno dei più autorevoli e referenziati boss della piana di Gioia Tauro, originario di Palmi. Secondo il pentito Giacomo Ubaldo Lauro (1942), la 'ndrangheta era insediata nella regione già dagli anni '40, ai tempi in cui il locale di Genova aiutò Angelo Macrì a fuggire negli Stati Uniti poiché uccise un carabiniere che gli aveva ucciso a sua volta il fratello. 

Il capo del locale di Genova allora era Antonio Rampino, ufficialmente un ambulante. In quel periodo entra nella regione anche Ernersto Morabito organico alla cosca Piromalli. 

Il boss della Locride Antonio Macrì viene mandato al confino a Casarza Ligure. Successivamente le attività della 'ndrangheta si concentreranno sul traffico di droga.


 Anni ottanta - 

I contatti con la politica locale


Il capo-locale di Ventimiglia Giuseppe Marcianò in questo periodo entra in contatto in qualità di fornitore di voti con Alberto Teardo, socialista e iscritto alla Loggia P2.. Il locale di Sarzana fa un patto con membri del locale Partito Socialista Italiano in funzione anticomunista.


Anni novanta -

Il primo processo per mafia


Nel 1993 si svolge ii primo processo per mafia nella regione tra cui vede imputata la 'ndrina dei Mafodda, operante nella Provincia di Imperia, e attiva già dagli anni '80 nel traffico di droga.



Anni 2010 - scioglimento di Ventimiglia e Lavagna e le operazioni Crimine, Maglio 3 e La Svolta


Con l'operazione Crimine del 2010 si conferma la presenza di una camera di controllo, con un referente che comunica le attività in Liguria con la sovrastruttura del Crimine in Calabria.


Nel marzo 2011 il primo comune ligure viene sciolto per infiltrazioni mafiose dei Pellegrino: Bordighera. Il 25 giugno 2011, il sindaco di Ventimiglia si dimette per evitare il commissariamento e scioglimento per mafia.


Il 2 giugno 2011 si conclude l'operazione Maglio 3 che fa luce sulle attività criminali dei locali di Genova, Ventimiglia, Lavagna e Sarzana, del loro organo di coordinamento: la camera di compensazione della Liguria e dell'infiltrazione nelle elezioni amministrative del 2010. Sarebbero coinvolti nell'inchiesta anche il vicesindaco di Ventimiglia, i consiglieri regionali Pdl Alessio Saso e Aldo Luciano Praticò accusati di voto di scambio. Infine, il presidente del consiglio della regione Liguria dell'UDC Rosario Monteleone, che secondo la ricostruzione dei magistrati, nel 2005 sarebbe figurato come beneficiario di voti di mafia.


Il 21 ottobre 2011, il presidente della Commissione antimafia Giuseppe Pisanu afferma che la criminalità organizzata calabrese è ben radicata e si interessano del settore edilizio, appalti in genere, traffico di armi e droga, ciclo dei rifiuti, gioco d'azzardo lecito e illecito.


Il 3 febbraio 2012 anche il comune ligure di Ventimiglia viene sciolto per mafia.


Il 14 dicembre 2012 si conclude l'operazione La Svolta con l'arresto 

di 15 persone tra cui il presunto capo del locale di Ventimiglia Giuseppe Marcianò.


Il 6 marzo 2015 si conclude l'operazione Real Time con l'arresto di Nino Gullace residente a Toirano (Savona), presunto affiliato ai Raso-Gullace-Albanese e accusato di usura e tentata estorsione.


Il 20 giugno 2016 a Lavagna nell'ambito dell'operazione I conti di Lavagna vengono arrestati e posti subito ai domiciliari con sospensione dall'incarico il sindaco Pino Sanguineti, Massimo Talerico (consigliere con delega al Patrimonio e al Demanio) e l'ex sindaco storico nonché ex parlamentare Gabriella Mondello con l'accusa di abuso d'ufficio, voto di scambio e traffico illecito di influenze; vengono arrestati anche i fratelli Paolo, Antonio e Francesco Nucera e Francesco Antonio e Antonio Rodà (affiliati alla 'ndrina Rodà-Casile di Condofuri e stanziati da anni nel levante ligure) accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico 

di rifiuti e droga, usura, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Durante l'operazione vengono sequestrati 

diversi beni mobili, immobili, depositi bancari e società per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Secondo l'accusa Mondello si sarebbe organizzata con il capo locale Paolo Nucera per fare ottenere voti al candidato sindaco Sanguineti nel 2014; inoltre avrebbe ricevuto soldi e gioielli come prezzo della mediazione verso l'allora assessore regionale ai lavori pubblici Giovanni Boitano (indagato per abuso d'ufficio) per far assumere un conoscente presso la partecipata Arte e ancora avrebbe fatto ottenere illecitamente un cambio di residenza a un altro conoscente. Sanguineti una volta eletto avrebbe favorito i Nucera nella gestione di stabilimenti balneari e di appalti per lo smaltimento di rifiuti, avrebbe accondisceso a sposare in prima persona in Comune la figlia di Paolo Nucera e avrebbe chiesto ad Antonio Nucera di attivarsi per fare votare Raffaella Paita (capogruppo del PD in Regione e candidata per la presidenza della stessa) alle primarie del partito. 

Gli indagati in tutto sono 23 tra i quali con l'accusa di abusa d'ufficio anche Luigi Barbieri (vice-sindaco con delega 

su Ambiente, Edilizia Privata, Urbanistica) e Rosario Lobascio (ex assessore alla Viabilità).


Nella notte tra il 14 e il 15 settembre 2017 arriva la sentenza della Cassazione per il processo La Svolta e per la prima volta un giudizio definitivo conferma la presenza della 'ndrangheta in Liguria: molti esponenti dei Pellegrino di Bordighera e dei Marcianò di Ventimiglia vengono condannati per spaccio o associazione mafiosa mentre viene di nuovo assolto l'ex sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino.


Il 31 ottobre seguente vengono sequestrati beni a Genova per il valore di 900.000 euro di Salvatore Zappone, oggi morto e presunto capobastone del centro di Genova. Lui ed il figlio sarebbero responsabili di traffici di droga e della prostituzione dell'area.


La Corte di Cassazione nel 2017 chiede che venga rifatto il processo d'appello che a ottobre 2018 condanna i 9 presunti ndranghetisti affiliati ai Locali di Genova, Ventimiglia e Lavagna in particolare: Onofrio Garcea, Lorenzo Nucera, Rocco Bruzzaniti, Raffaele Battista, Antonino Multari, Michele Ciricosta, Benito Pepè, Fortunato Barillaro e Francesco Barilaro.


Il 24 marzo di quell’anno il comune di Lavagna viene ufficialmente sciolto per infiltrazioni mafiose. Il 7 giugno 2019 in primo grado l’ex parlamentare Gabriella Mondello viene condannata a 1 anni e 6 mesi, l’ex sindaco Sanguineti a 2 anni (per loro due la Procura aveva chiesto 3 anni e 4 anni e 6 mesi), Paolo Nucera a 16 anni e 6 mesi, Francesco Antonio Rodà a 15 anni e 8 mesi, Francesco Nucera a 9 anni e 6 mesi e Paolo Paltrinieri a 6 anni. La Mondello (accusata di voto di scambio) è stata anche sospesa dai pubblici uffici per 1 anno e dal diritto elettorale per 1 anno e 6 mesi, mentre Sanguineti (voto di scambio e abuso d'ufficio) è stato sospeso dai pubblici uffici per 1 anno e dal diritto elettorale per 5 anni. Tra gli assolti invece c’è l’ex consigliere comunale Talerico. Per la prima volta viene così riconosciuta la presenza della 'ndrangheta anche nel levante ligure. 

Il processo è stato diviso in due per la scelta di alcuni imputati di essere giudicati con il rito abbreviato. 

Due giorni prima della sentenza c’era stata la confisca di beni per 3 milioni 

di euro: tre immobili commerciali a Lavagna e a Sestri Levante, cinque appartamenti (uno nel centro di Milano, tre a Lavagna e uno nella “baia del silenzio” di Sestri Levante), due box a Milano e a Lavagna, due magazzini a Sestri Levante, un’impresa della ristorazione a Sestri Levante, una società di videolottery e una partecipazione in una società di scommesse a Lavagna, cinque auto, una ventina di rapporti bancari. Una settimana prima invece Lavagna era uscita dal commissariamento dopo quasi tre anni eleggendo un nuovo sindaco.


Presenza della 'ndrangheta per provincia


Provincia di Genova


In provincia di Genova sono stanziate le 'ndrine dei Nucera-Rodà, Rampino, Fogliani, Asciutto, Stefanelli, Fonte, Giovinazzo e Gangemi.


Anni '90 - L'unificazione del Vangelo


In un'intercettazione del 5 settembre 1998 emerge che fu il capo-locale di Genova Antonio Rampino a fare da mediatore per l'omologazione della dote di vangelo tra la Calabria e il nord Italia.


Anni 2000


Il capo-locale di Genova fino alla sua morte nel 2008 fu Antonio Rampino per essere sostituito fino al 2011 è stato Domenico Gangemi. Quest'ultimo era anche responsabile per tutti i locali della regione nei confronti del Crimine e conferiva agli altri affiliati le doti di Santa e di Padrino.


SAREMO 


Relazioni con la Camorra 

di Giovanni Tagliamento


Fonte

https://it.wikipedia.org/wiki/%27Ndrangheta_in_Liguria



Rapporti tra 'ndrangheta e politica



«La 'ndrangheta ha avuto una crescita progressiva e ininterrotta a partire dalla fine degli anni Settanta, a seguito dell'intervento pubblico dello Stato per la realizzazione delle grandi opere nel Mezzogiorno. In quegli anni gli imprenditori del nord vennero in Calabria per avviare grandi progetti infrastrutturali, come il raddoppio ferroviario e l'autostrada, e alcuni di loro usarono i boss della zona come interlocutori privilegiati e con loro si spartirono ciò che avevano guadagnato dai loro investimenti. Gli affiliati delle 'ndrine da guardiani dei campi divennero guardiani dei cantieri: è così che la mafia si è arricchita diventando il mostro che è oggi. Questa politica scellerata dello Stato italiano non ha creato nessun posto di lavoro ma solo scheletri di enormi opere pubbliche e un potere mafioso incontrastato”.»


(Giuseppe Lavorato, ex Deputato PCI già sindaco antimafia di Rosarno[4])


Fonte:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Rapporti_tra_%27ndrangheta_e_politica?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3U7pHxyLlL1C2pGLA3uv4eTGwIzPqs4l-Rht5fsbYLO_gsOcrZ6cvLcF4_aem_ZmFrZWR1bW15MTZieXRlcw




Direzione nazionale 

antimafia e antiterrorismo


organo della Procura generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione


La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (abbreviato DNA), nell'ordinamento della Repubblica italiana, è l'ufficio di coordinamento delle Procure Distrettuali ed è formalmente costituita nell'ambito della Procura generale presso la Corte suprema di cassazione.


 Storia


È stata istituita come "Direzione nazionale antimafia" con il decreto-legge 20 novembre 1991, n. 367, convertito con modificazioni dalla legge 20 gennaio 1992, n. 8, con il compito di coordinare, in ambito nazionale, le indagini relative alla criminalità mafiosa.


Nell'aprile 2015, con il decreto legge 18 febbraio 2015, n.7, convertito con modificazioni dalla Legge 17 aprile 2015, n. 43, si è aggiunta la competenza della "trattazione di procedimenti in materia di terrorismo, anche internazionale".


Compiti


È diretta dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, nominato direttamente dal Consiglio Superiore della Magistratura in seguito ad un accordo col ministro della Giustizia (art. 76-bis, comma 3 ord. giudiziario) e ne fanno parte, quali sostituti procuratori, venti magistrati esperti nella trattazione di procedimenti relativi alla criminalità organizzata.


Il PNA è sottoposto alla vigilanza del Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, che riferisce al Consiglio Superiore della Magistratura circa l'attività svolta e i risultati conseguiti dalla DNA e dalle direzioni distrettuali antimafia (DDA), istituite presso le Procure della Repubblica presso i tribunali dei 26 capoluoghi di distretto di Corte d'Appello. Ha funzioni di coordinamento delle procure distrettuali e ha poteri di sorveglianza, controllo e avocazione, oltre che di impulso delle indagini, che non può compiere direttamente e non può dare direttive vincolanti nel merito alle procure distrettuali, ma può avocare le indagini condotte da una procura distrettuale che abbia dimostrato grave inerzia o che non si sia coordinata con le altre.


Organizzazione


Ha una sede presso le corti d'appello, ed è strutturata in diversi servizi, tra i quali:


• Il Servizio Risorse tecnologiche e Sicurezza;


• Il Servizio Studi e Documentazione;


• Il Servizio Cooperazione Internazionale.


Della DNA fanno parte due Procuratori Nazionali Aggiunti, nominati dal CSM e 20 magistrati del pubblico ministero che sono i sostituti procuratori nazionali antimafia. Le principali materie di interesse sono: mafia, camorra, 'ndrangheta, narcotraffico, tratta di esseri umani, riciclaggio, appalti pubblici, misure di prevenzione patrimoniali, ecomafie, contraffazione di marchi, operazioni finanziarie sospette, organizzazioni criminali straniere.


Per le indagini, DNA e DDA  si avvalgono delle strutture della Direzione Investigativa Antimafia (DIA), e possono avvalersi anche di ROS, SCO, SCICO e NIC.


 I vertici


Primo procuratore nazionale antimafia è stato l'ex procuratore aggiunto di Milano, da pochi mesi a capo della procura generale di Palermo, Bruno Siclari (1992-1997), che si trovò a dover mediare tra chi voleva rafforzare i poteri di coordinamento della DNA e chi temeva la perdita di autonomia delle direzioni distrettuali. A Siclari seguì il procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna (1997-2005). Con lui la DNA assume una fisionomia organizzativa definitiva. Vengono incrementati i rapporti internazionali attraverso la stipula di numerosi memorandum e accordi con autorità giudiziarie europee ed extraeuropee.


Nell'ottobre 2005 il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura nomina procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso all'epoca procuratore della Repubblica a Palermo. L'elezione di Grasso a PNA, se da un lato è salutata con giudizi positivi e di stima da parte del Governo Berlusconi III e di larghe componenti della magistratura, suscita accese polemiche per le modalità con cui viene estromesso dal concorso il concorrente, il giudice Giancarlo Caselli.


Nel maggio 2010 Pietro Grasso viene riconfermato dal plenum del CSM alla guida della Direzione nazionale antimafia. Nella primavera del 2013 Grasso, si dimette dalla magistratura e si candida al Senato per il Pd, venendo eletto. Il 25 luglio 2013 il CSM nomina Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, che assume le funzioni con decorrenza dal 6 agosto 2013.


Nel 2017 a Roberti succede Federico Cafiero De Raho, che assume le funzioni a partire dal 21 novembre 2017.


Il 4 maggio 2022 il CSM elegge Gianni Melillo.


Fonte :

https://it.wikipedia.org/wiki/Direzione_nazionale_antimafia_e_antiterrorismo


POLIZIA DI STATO


Le 10 mafie più potenti del mondo


              NOVITÀ | MAFIA 


Fonte :

https://poliziadistato.forumfree.it/?t=73856784


23 Dicembre 2017 


Liberi e Uguali. Roberto Speranza: Grasso e Boldrini rispecchiano i nostri valori


Fonte 

https://www.trmtv.it/politica/2017_12_23/159666.html



28 aprile 2021


Twitter Pietro Grasso


Con soli 29 voti a favore si 

è chiusa la pantomima della sfiducia a @robersperanza, il cui unico scopo era rimarcare la lotta tra la Lega (che ha votato contro la sfiducia) e Fratelli d’Italia. Una perdita di tempo. 

Buon lavoro a Speranza: 

vinceremo la lotta contro il virus.


https://twitter.com/PietroGrasso/status/1387448989830758401?t=8SQ88TpDrzq71S3PhT7osg&s=19


Pietro Grasso

Ex Presidente supplente della 

Repubblica Italiana


Pietro Grasso (Licata, 1º gennaio 1945) 

è un politico ed ex magistrato italiano.


Dal 2013 al 2018 è stato presidente 

del Senato della Repubblica nella XVII legislatura. Il 14 gennaio 2015 è diventato presidente supplente della Repubblica Italiana, in seguito alle dimissioni di Giorgio Napolitano e fino al giuramento di Sergio Mattarella il 3 febbraio. Dal 3 dicembre 2017 al 19 aprile 2019 è stato leader del movimento politico Liberi e Uguali, da lui fondato.


*


Pietro Grasso 

Procuratore nazionale antimafia

Durata mandato

11 ottobre 2005 – 27 dicembre 2012


Il 6 gennaio 1980 diviene titolare dell'inchiesta riguardante l'omicidio del Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella.


Secondo Grasso, Mattarella “stava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un'autentica rivoluzione. La sua politica di radicale moralizzazione della vita pubblica, secondo lo slogan che la Sicilia doveva mostrarsi 'con le carte in regola' aveva turbato il sistema degli appalti pubblici con gesti clamorosi, mai attuati nell'isola”.


Nel settembre del 1985, Francesco Romano, presidente del tribunale di Palermo lo designa giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra (10 febbraio 1986 - 10 dicembre 1987), con 475 imputati.


Grasso, nella sua autobiografia, ha ricordato così il colloquio con Romano 

e le sue successive riflessioni prima di prendere parte al maxiprocesso:


"[Francesco Romano] mi ricevette con grande cordialità e cominciò a tessere le mie lodi, dicendo che ero stimato come giovane magistrato brillante, equilibrato 

e grande lavoratore. Io lo interruppi scherzando: "signor Presidente, mi dica, dove sta la fregatura?" "Abbiamo pensato di affidare a lei l'incarico di giudice a latere del maxiprocesso contro la mafia". (...) L'incarico era prestigioso e la proposta mi inorgogliva. Chiesi però ventiquattr'ore di tempo per parlare con mia moglie. (...) Ciò che sarebbe seguito non era difficile da immaginare: minacce, pressioni, tentativi di delegittimazione, una vita blindata, la fine della privacy. (...) Dissi a Maria "decidiamo insieme. Ma sappi che, se dovessimo orientarci per un rifiuto, lascerò la magistratura (...) 

Lei non ebbe esitazioni: "fai quello che devi fare per il tuo lavoro. E quello che verrà, ce lo prenderemo. E così è stato, negli anni, come previsto." 


Una volta accettato l'incarico, Grasso iniziò una stretta collaborazione con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino i quali gli fornirono un aiuto essenziale 

per studiare e comprendere le carte processuali.


"Falcone mi portò in una stanza blindata, aprì la porta e mi disse: "ecco, questo è 

il maxiprocesso". C'era una stanza con quattro pareti fino al tetto con degli scaffali e 120 faldoni. Si trattava di circa quattrocentomila fogli processuali, tutti da studiare. (...) Provai uno sgomento notevole ma non volli darlo a vedere, non volli deludere Giovanni Falcone che mi osservava, voleva vedere la mia reazione. Gli dissi: "dove è il primo volume?" e lui si aprì in un grande sorriso." 


"Mentre mi trovavo lì a studiare le carte passò Paolo Borsellino. Mi vide così in difficoltà a raccapezzarmi tra tutte quelle carte, tra tutti quegli episodi e mi fornì le sue famose rubriche, quelle dove con una calligrafia minuta aveva annotato tutti gli omicidi, tutti i delitti e tutte le corrispondenze delle pagine dove si trovavano le dichiarazioni e le accuse 

per quel tipo di reato. Fu un aiuto eccezionale perché mi fece guadagnare tanto tempo per studiare quelle carte. 

Mi sentii quasi coccolato come se avessi un fratello maggiore che mi aiutava". 


Fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Grasso



Fondazione Italia USA

fondazione non a scopo di lucro per promuovere l'amicizia tra Italia e Stati Uniti d'America


La Fondazione Italia USA (in inglese Italy-USA Foundation) è una fondazione non a scopo di lucro italiana, con finalità statutaria di promuovere l'amicizia tra Italia e Stati Uniti senza implicazioni commerciali ed economiche. È stata fondata nel 2005 da Corrado Maria Daclon.


Tipo ONLUS


Fondazione 2005


Fondatore Corrado Maria Daclon


Sede centrale Roma


Area di azione 

Italia - Stati Uniti 


Presidente

Mauro della Porta Raffo


Presidente del comitato scientifico

Alain Elkann


https://it.wikipedia.org/wiki/Fondazione_Italia_USA




Alain Elkann (New York, 23 marzo 1950) è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano con cittadinanza statunitense.


FAMIGLIA 


Nasce a New York, negli USA, da padre francese e madre italiana. Il padre, Jean-Paul Elkann (1921-1996), banchiere, industriale e rabbino, è stato presidente del Concistoro ebraico di Parigi (1967-1982; di Francia dal 1982 al 1992) e a lungo ai vertici dell'amministrazione della Christian Dior SA. La madre, Carla Ovazza, discende da una nota famiglia di banchieri (la famiglia Levi Fubini) di Torino; nel 1976 fu vittima di un sequestro di persona. Un suo zio, il banchiere Ettore Ovazza, convinto aderente al fascismo fino al 1938 e amico di Mussolini, fondatore del giornale ebraico antisionista La nostra bandiera, fu assassinato nel 1943 dai nazisti insieme a tutta la sua famiglia e i loro corpi bruciati nelle caldaia delle scuole di Intra.


Alain Elkann è stato sposato dal 1975 al 1981 con Margherita Agnelli, figlia dell'allora presidente della FIAT Gianni. Da questa unione sono nati tre figli: John, Lapo e Ginevra. Nel 2002 si è risposato con Rosy Greco, da cui si è separato nel 2009.

Fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Alain_Elkann

LaVerità 


8 Marzo 2023 


<<Dobbiamo mettere 

paura per imporre le restrizioni>>>


Il ministro istruì il capo dell'Iss 

prima di una conferenza: «Così possiamo confermare le restrizioni». 

E il tecnico gli obbedì: «Allora non mostro i dati che ti ho mandato>>.


Fonte:

https://www.laverita.info/dobbiamo-mettere-paura-per-imporre-le-restrizioni-2659518324.html


Silvio BRUSAFERRO

ORGANO DI INDIRIZZO POLITICO-AMMINISTRATIVO: PRESIDENTE dell'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' Prof. Silvio BRUSAFERRO, nominato con D.P.C.M. del 29 luglio 2019.


Fonte:

https://amministrazionetrasparente.iss.it/?tipologie=titolari-di-incarichi-politici-di-amministrazione-di-direzione-o-di-governo#:~:text=ORGANO%20DI%20INDIRIZZO%20POLITICO%2DAMMINISTRATIVO,dell'ISTITUTO%20SUPERIORE%20DI%20SANITA'&text=Prof.,del%2029%20luglio%202019.


Fratelli d’Italia o fratelli di ‘ndrangheta? La Meloni e tutti i suoi mafiosi calabresi

Da Iacchite -24 Settembre 2022

Incredibile, ma vero. Fratelli d’Italia, che in Calabria ormai tutti conoscono come Fratelli di ‘ndrangheta – visti i continui arresti di suoi esponenti da parte delle Dda di Reggio e Catanzaro – continua ancora ad esternare di legalità e politica e manda avanti Wanda Ferro a parlare di un tragicomico e grottesco codice etico con tanto di “controlli” della Commissione Antimafia dove ancora siede il mafiosissimo Mangialavori e la stessa Ferro, notoriamente eletti alle Politiche del 2018 grazie ai voti del clan Anello… E così, dopo la patetica convention di Catanzaro ovvero la città di Giancarlo Pittelli, pezzo da 90 della massomafia, che solo qualche anno fa veniva definito “valore aggiunto” dalla leader di Fratelli di… ‘ndrangheta, a Cosenza il 30 agosto scorso è arrivata direttamente Giorgia Meloni, che vorrebbe tanto essere incoronata “premier” .


Ma passiamo in rassegna la “mafiosità” dei meloniani di Calabria.


A Reggio Calabria si respirava un’aria “nuova” all’interno del partito di Fratelli d’Italia. Infatti, dopo l’operazione “Libro Nero” che aveva portato all’arresto del consigliere regionale Sandro Nicolò, la Meloni aveva mandato in riva allo Stretto un cavallo di razza per riordinare e riportare la legalità nel partito che si rifaceva ai principi di patria, famiglia e legalità. Pertanto era stato nominato l’ex missino, colonnello dei carabinieri nonché deputato Edmondo Cirielli.


Cirielli e i suoi “picciotti”Creazzo (arrestato) e Neri (chiacchieratissimo)

Il deputato vanta una lunga storia politica ricca di successi e cariche prestigiose. Il buon Cirielli ricopre l’incarico di Presidente della Provincia di Salerno, consigliere regionale della Campania ed è stato deputato per varie legislature. Ma al nostro moralizzatore mancava qualcosa nel Curriculum vitae per essere un politico di levatura nazionale: un’ indagine… Che in Italia non si nega a nessuno. E infatti facendo una piccola ricerca in rete il nostro onorevole risulta indagato per corruzione aggravata con voto di scambio politico mafioso/camorrista. Ma guarda un po’ il caso… il moralizzatore di Reggio è peggio dei suoi conviviali!!!



PITTELLI E LA MELONI


Eravamo nell’estate del 2019, non passarono neanche sei mesi ed ecco arrivare una seconda “tempesta” con gli arresti di Giancarlo Pittelli (ex Forza Italia, che aveva aderito a Fratelli d’Italia nel 2017) e di Roberto Rosso, consigliere regionale piemontese preso con le mani nella marmellata mentre inciuciava con la ‘ndrangheta.



“Un valore aggiunto per la Calabria e tutta l’Italia”. Così Giorgia Meloni nel 2017 aveva annunciato il passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia dell’ex parlamentare Giancarlo Pittelli. E invece, leggendo le cronache del blitz “Rinascita Scott” di Gratteri, sembra si trattasse più che altro di un valore aggiunto per la massoneria deviata e la criminalità organizzata.


La procura antimafia di Catanzaro ha condotto un’indagine che ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare per 334 persone, accusate di essere legate al clan della ‘ndrangheta Mancuso. Le accuse sono diverse e variano dall’associazione mafiosa, all’usura, all’omicidio, fino al riciclaggio e alla fittizia intestazione di beni.



Tra gli arrestati c’è anche Giancarlo Pittelli, ex deputato in ben due legislature: dal 2001 al 2006 prima e poi nuovamente dal 2008 al 2013, nelle file di Forza Italia e del Popolo delle Libertà. Tra il 2006 e il 2008 ha invece ricoperto la posizione di senatore. Poi il passaggio recente a Fratelli d’Italia, con l’entusiasmo del coordinatore regionale del partito, Ernesto Rapani: “L’ingresso in Fdi di Giancarlo Pittelli è di quelli certamente importanti. A lui, dunque, un caloroso benvenuto. Sono certo che contribuirà alla crescita del partito nella nostra regione”, aveva detto.


L’arresto di Pittelli si inserisce perfettamente nelle dinamiche della vecchia politica, quella dove corruzione e connivenza con la criminalità organizzata costituiscono la regola più che l’eccezione. Esattamente quel modello negativo che figure come Giorgia Meloni annunciano di voler rottamare, proponendosi come un nuovo che avanza che in realtà non è altro che un vecchio camuffato da novità. Ma l’arresto di Pittelli portava anche a una riflessione sul partito che negli ultimi decenni egli ha rappresentato nelle istituzioni nelle vesti di parlamentare, Forza Italia. Un partito in cui gli scandali di questo tipo si ripetono in continuazione, divenuto un vero e proprio esempio di malapolitica. “Poteva mancare qualcuno di Forza Italia?”, si era chiesto ironicamente qualcuno sui social dopo la notizia della maxi-operazione. E ce n’è stato un altro anche più recentemente, nel blitz della Dda di Reggio nell’Aspromonte, addirittura Marco Siclari, meglio conosciuto come il figlioccio di Tajani… E che ve lo diciamo a fare? A braccetto, naturalmente, con l’ennesimo “pacco” che la Meloni ha preso in Calabria ovvero il finanziere corrotto Domenico Creazzo… 


E in effetti è da troppo tempo una certezza il fatto che quando scoppia uno scandalo di questo tipo, tracce del partito di Silvio Berlusconi o qualche elemento approdato alla corte di Giorgia Meloni si trovano sempre. Non stupisce che proprio Forza Italia sia sempre stata in prima linea in questi anni quando c’era da affrontare la questione dell’immunità parlamentare e del taglio dei parlamentari. Alzando le barricate affinché non si intervenisse su questi aspetti. Un meccanismo di autodifesa, probabilmente. Sembra che Forza Italia abbia fatto il suo tempo. In passato aveva i numeri dalla sua, ora nemmeno quelli, riducendosi a un partito da pochi punti percentuali che ormai balza agli onori delle cronaca solo per le battute sessiste del suo leader Berlusconi. O, appunto, per il nuovo scandalo di turno.


È allora arrivato il tempo delle rottamazione definitiva per uno dei principali residui della vecchia politica. Certamente l’alternativa nuova e fresca non è data dal restante panorama di destra. La Lega, che in tema di scandali forse riesce a far peggio di Forza Italia, con cui peraltro ha condiviso diverse esperienze di governo. O Fratelli d’Italia, che sembra difficile possa ripulire la destra dalla corruzione e dagli scandali se i protagonisti di questi ultimi confluiscono nelle sue fila, come è il caso di Pittelli, di Nicolò e adesso anche di Creazzo.



QUELLI CHE MANCANO ALL’APPELLO: GIUSEPPE NERI


Ma gli arresti di Nicolò, Pittelli, Rosso e Creazzo non sono ancora nulla perché dentro il partito di Giorgia Meloni in Calabria ci sono altri soggetti che definire borderline è quasi un eufemismo. Guardate la foto: alla destra di Ciriellli, tanto per non farci mancare nulla, siede il consigliere regionale Giuseppe Neri, ex uomo di Oliverio, che proprio come Creazzo, aveva pensato bene di salire sul carro del vincitore di turno, portandosi dietro i suoi piccoli e non scomodi scheletri che in questo nuovo partito sembrano più delle medaglie – visto il palmares del suo coordinatore provinciale Cirielli… – che dei demeriti. E non a caso il nome di Giuseppe Neri – naturalmente eletto – era già in pole position tra quelli che si contendevano addirittura la prestigiosa (e molto ben retribuita, of course) carica di presidente del Consiglio regionale. 



Poi, qualche “uccellino” ha sussurrato all’orecchio dei manovratori che non sarebbe stato il caso e l’ha spuntata quell’altro vecchio arnese del sistema che risponde al nome di Mimmo Tallini.


Per chi non lo sapesse, Neri è in assoluto il ras dei voti del quartiere Catona dove spadroneggia la cosca Araniti che con il nostro nuovo uomo della destra reggina sembrerebbe avere diversI legami. Il suo più grande elettore risulterebbe quel Manlio Flesca, consigliere comunale dell’era Scopelliti, già condannato per associazione mafiosa esterna con esponenti del quartiere di Catona.Ma altre figure pittoresche circondano il nostro candidato alle Regionali. Infatti troviamo al suo fianco il mitico Franco Germanò. Si tratta del Germanò già assessore comunale di Scopelliti, braccio destro di Alberto Sarra (arrestato nelle inchieste di Cafiero De Raho) e poi transitato nell’area di Scopelliti (la cui fedina penale non ha bisogno di “presentazioni”…) ed infine nel gruppo di Nicolò (tuttora agli arresti). Ora, caro amico Neri, apri gli occhi perché forse il Germanò porta male… Ma in giro si dice che sotto questo aspetto Neri possa dormire sereno e tranquillo, vista la sua grande amicizia con qualche pm al di sopra di ogni sospetto. Noi ci auguriamo che non sia vero ma iniziamo ad avere dei dubbi… 


E forse dev’essere per questo che attorno al Neri gironzola anche il consigliere comunale Antonio Pizzimenti, anche lui transitato in Fratelli d’Italia sotto la guida di Sandro Nicolò e presente in maniera massiccia nelle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ormai ex consigliere regionale.


Invece alla sinistra del Cirielli siede un altro consigliere comunale, anche lui transitato con Nicolò in Fratelli d’Italia, il maestoso Luigione Dattola. Eletto a consigliere della città metropolitana grazie all’interessamento del Nicolò, il Dattola è espressione del territorio della cosca dei Labate dove ha fatto il pieno dei voti. Orsù, cara Meloni, allora cambia il nome al tuo partito: non più Fratelli d’Italia ma bensì Fratelli di ‘ndrangheta, visti gli attori in campo.

Fonte:

https://www.iacchite.blog/fratelli-ditalia-o-fratelli-di-ndrangheta-la-meloni-e-tutti-i-suoi-mafiosi-lo-strano-caso-del-presidente-neri/


Processo "Nrdangheta stragista" parte 35: Giuliano Di Bernardo


Processo "Nrdangheta stragista" esame del teste Giuliano Di Bernardo gran maestro del Grande Oriente D' Italia


Registrazione audio dell'udienza relativa al processo "Ndrangheta stragista" che si è tenuta nel 2019 a Reggio Calabria


Guarda video Youtube:

https://youtube.com/watch?v=bMhPqaqdyOk&feature=shared



Antonella Randazzo

Questo Blog è stato creato per far conoscere i libri e le altre pubblicazioni di Antonella Randazzo.


lunedì

AUTORITA’ CRIMINALI E CULTI MISTERICI - Parte Prima - Abiti da carnevale per riti inquietanti

Di Antonella Randazzo



Si parla spesso di “bizzarrie” che appaiono su Internet, ovvero di argomenti su cui aleggia lo spettro della bufala o del contenuto che attrae ma è irreale, singolare o stravagante. Il problema è che a volte si cerca di far rientrare in questa categoria anche argomenti molto importanti per capire il sistema in cui oggi ci troviamo.

Un esempio di ciò è l’argomento “culti misterici”.

Un culto misterico è un culto riservato a pochi, che prevede riti di iniziazione e di passaggio da un livello più basso ad uno più alto, il più totale segreto relativo al culto, alle cerimonie, e l’idea che il gruppo fornirà conoscenze esoteriche importanti. Non necessariamente i culti misterici sono religioni misteriche, talvolta, come nel caso delle società segrete, si tratta di gruppi che non dichiarano esplicitamente di adorare una precisa divinità. Tuttavia, l’idea che vengano svelate cose “misteriose” che sono appannaggio di pochi, suggerisce l’esistenza di “venerandi”, ovvero di una fonte da cui proverrà la conoscenza esoterica.

Nonostante su Internet esistano molte fonti che parlano di sette esoteriche, di massoneria e di gruppi di potere occulti, non bisogna fare l’errore di dare per scontato questi argomenti, sottovalutandoli o scambiandoli per argomenti “sui generis”.

Ci sono innumerevoli prove, talvolta date dagli stessi interessati, che gli attuali personaggi al potere si valgono di associazioni o culti misterici per alimentare il loro potere e per scongiurare il pericolo che salgano al potere personaggi non controllabili.

Dunque, studiare con serietà un tale argomento può aggiungere nuove conoscenze su come agiscono i personaggi che oggi esercitano potere sui popoli, su come essi formano il ceto dirigente e come cercano in tutti i modi di tenerlo soggiogato per potersi garantire il dominio sui popoli. Da molti elementi si inferisce che è proprio attraverso le logge, i culti segreti e la mafia che queste persone continuano a tenere sotto controllo le autorità, curandosi di formarle e di obbligarle al segreto circa aspetti del sistema evidentemente inconfessabili.

L’uso di queste formazioni conferma, se ce ne fosse bisogno, la natura criminale del sistema, che ha bisogno di manipolare e controllare per continuare ad esistere.


I gruppi segreti di natura massonica servirebbero a controllare mentalmente chi è destinato a ricoprire cariche di potere. E’ come se alcune persone dovessero essere “formate” in modo tale da commettere le più gravi cattiverie senza avere scrupoli di coscienza, e magari motivandole truffaldinamente per renderle “legittime”.


In effetti, organizzare guerre, uccidere o torturare persone inermi significa distruggere il sentimento umano naturale di empatia con i propri simili, e dunque non sembrerebbe possibile farlo senza un’accurata “formazione”.

Per questo motivo sembrerebbe necessario far praticare a chi ricoprirà ruoli importantissimi, culti che disumanizzano, che stimolano gli aspetti più negativi e distruttivi dell’uomo, o che inducono a credere che possano esistere principi, “valori” o ideologie che giustificano i crimini più terribili contro l’umanità.


Esisterebbero due tipi principali di culti misterici:

1) quelli che prevedono l’affiliazione di un numero relativamente ampio di adepti, che per la maggior parte ricoprirà livelli bassi, e dunque non raggiungerà mai determinate conoscenze, appannaggio dei pochi che raggiungeranno gli alti livelli;

2) quelli che appaiono come sette vere a proprie, poiché sono destinate soltanto ai rampolli delle grandi famiglie miliardarie o a personaggi “scelti”. In tal caso il personaggio sarà chiamato ad aderirvi come fosse un “eletto”, ad esempio ricevendo una lettera da chi ha creato la setta.


In quest’ultimo caso, i riti talvolta sarebbero agghiaccianti, simili a quelli satanici. Ad esempio, nel gruppo chiamato Skull & Bones gli iniziati dovrebbero masturbarsi nudi in una bara, e successivamente subirebbero anche violenze verbali e fisiche, dovendo lottare nel fango e a subire violenze con altri adepti fino allo sfinimento. Si tratterebbe di tecniche elaborate dalla Cia al fine di indebolire il soggetto attraverso una serie di atti che lo piegheranno fisicamente e mentalmente. Agli adepti verrebbe anche inculcata l’idea di essere superiori e di avere la “missione” di dominare sugli altri. Essi subirebbero dunque umiliazioni sessuali, ma al contempo verrebbero abituati ad esaltare il proprio ego umiliato, per sopperire alla bassa autostima stimolata dalle umiliazioni.

Questi rituali non sarebbero casuali, ma creati per influenzare gli adepti in un determinato modo. L’obiettivo sarebbe quello di far emergere aspetti del sé distruttivo, in modo tale che emozionalmente e mentalmente la persona possa diventare più incline a mentire, ad ingannare e a commettere azioni criminali.

E’ come “programmare la mente” ai crimini che dovranno commettere quando saliranno al potere. Essi dovranno commetterli non soltanto senza alcun rimorso ma addirittura credendo che ciò sia giusto, e per poter raggiungere questo livello di mistificazione occorre una sorta di percorso “esoterico” atto a manipolare la mente a tal punto da produrre questo effetto. I riti praticati in questi gruppi misterici sono traumatizzanti e violenti, e addirittura per essere resi più agghiaccianti sarebbero utilizzate urla di sottofondo.

Questi riti sarebbero collegati a simbologie di vario genere, e servirebbero anche a creare affiliazione a realtà false, per disorientare l’esistenza.

Nelle società segrete massoniche viene anche creato un clima di unita' e "fratellanza" molto forte, come se gli adepti fossero legati da qualcosa di importante e fondamentale per la loro esistenza. La stessa cosa avviene nella mafia.


Sembrano cose talmente assurde da non poter essere vere, ma le prove e le testimonianze a sostegno di ciò sono ormai così numerose che ignorarle significherebbe agire come i personaggi di regime, che vedono soltanto quello che viene detto loro di vedere.

Storici come Paolo Mieli direbbero che tutto è casuale, che è casuale che quasi tutte le più importanti autorità inglesi e statunitensi siano membri di alto grado della massoneria, o che addirittura nel 2004, entrambi i candidati alla presidenza degli Stati Uniti appartenessero alla società segreta Skull & Bones (teschio e ossa - detta anche “Fratellanza della morte”).

La Skull & Bones fu fondata per “formare” l’èlite di potere statunitense, all’Università di Yale nel 1832, ad opera di William Huntinton Russell, che era colui che all’epoca si occupava della produzione e del commercio di oppio. Questa setta, a detta di molti, praticherebbe rituali simili a quelli praticati nel satanismo. La giornalista Alexandra Robbins è riuscita ad intervistare diversi adepti, ricavando un’immagine della setta a dir poco sconcertante.

Gli adepti si riunirebbero in un luogo chiamato “the Tomb” (la Tomba), luogo in cui si svolgerebbero i riti. Il marchio della setta appare in molti oggetti posseduti da coloro che l’hanno creata o che vi appartenevano (o vi appartengono), come John Pierpont Morgan, David Rockefeller, Henry Stimson, Averell Harriman, i Bush, i Taft, ecc.

All’interno della setta viene presentata una realtà gravemente squilibrata, eppure i suoi adepti diventano importanti industriali, dirigenti di grandi banche o altre organizzazioni importanti, o addirittura presidenti o consiglieri di presidenti.

I membri della setta sono soltanto poche centinaia, reclutati fra le più importanti famiglie miliardarie statunitensi.


La Robbins, nel libro “Secrets of the Tomb” descrive alcuni riti che appaiono come un incrocio fra il carnevalesco e il paradossale, che meriterebbero una grossa risata, se non ci fossero risvolti tremendamente seri. Ad esempio, il giovane Bush, nel rito di iniziazione, sarebbe stato incappucciato e condotto da 11 patriarchi della confraternita travestiti come fosse carnevale: uno da Elihu Yale (fondatore dell’Università), uno da Papa, uno da diavolo, ecc. In questo clima farsesco l’iniziato doveva raccontare la propria “storia sessuale”, dopodichè sarebbe dovuto entrare nudo in una bara per masturbarsi. Il tutto veniva abbeverato da quantità esorbitanti di alcolici.

Ma secondo la Robbins tutto questo fare settario e bizzarro sarebbe “normale” negli ambienti dei miliardari statunitensi. Ella dichiara: “I più ricchi americani si comportano allo stesso modo quando partecipano a raduni esclusivi come quello che si tiene ogni anno a Sun Valley in Idaho”.

Considerato che si tratta di persone che hanno nelle loro mani il destino di milioni di persone, c’è proprio da stare tranquilli…


Sia Kerry che Bush, candidati alla presidenza nel 2004, appartenevano alla setta Skull & Bones, e risposero imbarazzati quando un giornalista chiese loro se appartenevano alla setta e quali fossero i principi del gruppo. Bush ammise di appartenere alla setta e alle ulteriori domande rispose: “è così segreto che non possiamo parlarne”. Kerry rispose in modo analogo, ammettendo la sua affiliazione: “non (posso dire) molto perché è un segreto”.(1)

Due persone che aspirano a ricoprire una carica politica importantissima che confessano di avere “segreti” da rispettare, che non sono cose che riguardano fatti privati, ma un’affiliazione occulta.

Giurare di non rivelare qualcosa all’interno di una setta abitua ad un comportamento poco trasparente, assai pericoloso quando si tratta di ricoprire cariche di potere.

La loro fedeltà alla setta avrebbe sovrastato la necessità di agire per il bene del popolo, ponendo il proprio giuramento massonico al di sopra della fedeltà alla nazione.

Come diceva Joseph Pulitzer: «Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza”.


Queste sette impongono il giuramento di “obbedienza totale” e segretezza, assoggettando così la persona al gruppo. Come nel caso della mafia, non si può disobbedire, svelare segreti o uscire dalla setta senza pagare un prezzo molto alto. Le persone che fuoriescono dal controllo saranno giudicate da appositi tribunali che prevedono anche la pena di morte.


Oltre al gruppo Skull & Bones ci sarebbero molte altre sette di tipo analogo, come la cosiddetta “Società Boema” che si riunirebbe in California nelle ultime due settimane di luglio, praticando riti satanici che prevedono un’invocazione fatta ad una statua che rappresenta un gufo alto circa 7 metri. Parteciperebbero al rito parecchie importanti autorità, capi di Stato, industriali, ex presidenti statunitensi, ecc. Queste persone vestirebbero con una tunica con relativo cappuccio, ovvero la stessa veste indossata dagli adepti del Ku Klux Klan.


Di fatto, negli Usa quasi tutti i presidenti e i vicepresidenti, molti senatori e deputati, giudici e governatori sono massoni. Questo può essere considerato come casuale da persone dotate di razionalità?

E’ massone di alto livello l’ex capo di governo inglese Tony Blair, egli è membro della Loggia massonica di Studholme (Londra). La stessa regina sarebbe la “Patrona della massoneria Internazionale”, come un capo su tutti i massoni di alto livello. Di tanto in tanto riunirebbe tali personaggi a Drewery Lane (Londra). Altri membri della Corona inglese, come il Duca di Edimburgo, sono membri di alto grado della massoneria.

Il deputato inglese Chris Mullins, attraverso un comitato d’inchiesta scoprì che molte autorità in seno alle forze dell’ordine e alla giustizia erano affiliate a sette segrete.

L’agente dell’Fbi ora in pensione, Ted Gunderson, che si occupava di investigare su culti e sette sataniche, scoprì attraverso varie fonti che molti giudici, avvocati, attori, sportivi, medici, deputati e senatori, erano affilati a sette di tipo massonico-satanico.


Anche importanti capi di governo del passato, come Winston Churchill, erano massoni di alto grado. I gradi più alti sono di solito raggiunti soltanto da persone di sangue aristocratico o da alti ufficiali delle forze armate. Le persone che appartengono alle sette destinate soltanto a persone di “alto rango” vengono incoraggiate a sposarsi fra loro, per creare maggiore coesione tra i gruppi e per evitare che queste persone entrino a contatto con altre realtà che le “risveglino” e facciano scegliere loro altri percorsi più “normali”.

Tutto questo serve anche ad escludere gli “intrusi” dal potere, creando in tal modo un sistema controllato dall’alto e prevedibile.

Gli ambienti settari degli stegocrati (2) sono intrisi di un’alta valenza emotiva, che è un misto fra onnipotenza, sete di potere, avidità e paura. Si crea una rappresentazione della realtà alterata che può confondere fra ciò che è vero e ciò che è soltanto finzione. Si crea uno stato emotivo talmente alterato da non permettere alle vittime di avere una vita emotiva indipendente, o di uscire dal giro senza pagare un prezzo molto alto.

Molte di queste persone vivranno per tutta la vita esistenze emotivamente alterate, passeranno fra una festa, un rito e un impegno politico ( finanziario o economico) esibendo sorrisi stereotipati o falsi entusiasmi. Racconteranno cose assurde sul “nemico terrorista”, sulla “lotta del bene sul male”, o sul fatto che gli Usa sarebbero “una grande democrazia”.


Il gruppo di stegocrati sa che l’unico modo per continuare ad avere potere è quello di controllare la mente di chi avrà ruoli di potere, e un modo efficace, evidentemente, è quello di controllarli attraverso gruppi massonici e satanici. Si tratterebbe dunque di utilizzare tali gruppi come uno strumento di potere sulle menti degli adepti.

I capi massonici vengono chiamati “maestri occulti” o “sovrani”.

Spiega Jordan Maxwell: “Gli ordini pre-massonici europei sostenevano che ci fosse una piccola teoria, una piccola entità spirituale che forniva una conoscenza per quello che i massoni chiamavano “i nostri maestri occulti”… si riferivano a chi guidava la massoneria mondiale… loro non sanno chi siano. Nessun massone sa realmente chi realmente guida l’organizzazione mondiale. Li chiamano “i nostri maestri occulti”.(3)


Molti studiosi ritengono che i riti satanici e massonici siano molto più simili di quello che si crede. Secondo queste persone il Dio dei Massoni avrebbe un nome impronunciabile, ovvero sarebbe lo stesso Dio dei satanisti. La maggior parte dei massoni smentisce questo, ma alcuni, come Albert Pike, lo hanno ammesso.

Da laici sarebbe legittimo pensare che i “demoni” da loro adorati non sono altro che aspetti del sé inquietanti, ovvero la cosiddetta “Ombra” descritta da Jung. Tali riti potrebbero dunque avere lo scopo di alimentare questi aspetti per renderli più forti o più presenti, allo scopo di far diventare le persone capaci di comportamenti che altrimenti non avrebbero. In altre parole, si tratta di rafforzare i potenziali criminali al fine di forgiare persone che si comportino in modo utile al sistema, agendo sulla loro mente e instillando convinzioni mistiche o esoteriche che condizioneranno le loro scelte e il loro comportamento. Per questo di solito i riti posseggono un certo livello di violenza, e abituano a calpestare la dignità umana.

Qui non si vuole certo sottovalutare il potere del pensiero. Come i fisici più all’avanguardia ci insegnano, il pensiero è energia che può creare demoni e qualsivoglia realtà, rafforzando alcuni aspetti della psiche e indebolendone altri.(4)

(CONTINUA – PARTE SECONDA)

Antonella Randazzo

Antonella Randazzo si è laureata in Filosofia all'Università di Pavia, città nella quale ha insegnato. Si occupa da tempo di Storia Moderna e Contemporanea, Antropologia, Scienze dell'Educazione e Diritti Umani. Ha esordito con un libro sul colonialismo italiano: “Roma Predona. Il Colonialismo Italiano in Africa, 1870-1943” (Kaos Edizioni 2006), e ha continuato la sua ricerca pubblicando diversi libri, tra questi: “La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa” (Espavo), "Oltre l'Era dell'Inganno" (Espavo), “Dittature. La Storia occultata” (Espavo). Oggi continua la sua ricerca e cura la pubblicazione di informazione e cultura indipendente NUOVA ENERGIA.

Fonte:

https://antonellarandazzo.blogspot.com/2008/09/autorita-criminali-e-culti-misterici_08.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR2Jfs0WdEi3vGQSWrUvNLOYUrSkHQbvodX3k2rOCLqar7bDUxltOBHovg4_aem_AZFo6AE-vSA0kwHklG41isWwJg78cnPXL-HnA_zFdsCtj0D76t4tc9AmMUqRJA9_X-GEmMJuDt1QsMpdkwr_fdan&m=1&sfnsn=scwspwa



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