Ho dimenticato il mio nome (2017)
Descrizione
Potrei definire la mia arte ecclettica, nel senso che fin dall’inizio della mia attività pittorica (agli inizi degli anno ’80 del secolo scorso) ho sempre prediletto uno sperimentalismo quasi totale, aperto a tutte le espressioni iconiche, dal figurativo, al poverismo, all’astrattismo, al concettuale alla street art, alla fotografia ecc., spesso mescolandole assieme alla ricerca di una contaminazione che potesse, o almeno tentasse, di creare un linguaggio innovativo, anche convinto che una indagine espressiva non deve essere canalizzata in un unico linguaggio, ma ricercare e provare a trovare quello più adatto a ciò che si è pensato, progettato e sentito di realizzare. Negli ultimi tempi l’attenzione si è concentrata sulla street art anche con la mediazione della foto digitale, con la caratteristica di aver voluto portare un pezzo di città in casa, infatti i dipinti sono realizzati su una gettata di cemento direttamente stesa sulla tela, a volte di juta che, quando volutamente lasciata parzialmente scoperta, crea l’effetto di muro scrostato.
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