Il meccanismo femminile

di Alias B

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Descrizione


ACRILICO SU TELA: “IL MECCANISMO FEMMINILE”

“Nell’Era della chirurgia estetica il corpo perde la sua realtà e diviene metamorfosi dell’illusione estetica. Nell’Era del Consumismo il corpo si trasforma in un giocattolo pericoloso. Nell’Era pre-apocalittica il corpo è il limite dell’anima, il magnifico contenitore che ambisce ai sogni”. Questo passo è stato, dalla sottoscritta, estratto da un articolo - curato da Angelo Cruciani e Grace Zanotto, entrambi artisti affermati nei rispettivi generi - introduttivo della mostra d'arte contemporanea “Il corpo oltre il corpo”, allestita, nel Settembre 2009, presso la Galleria milanese d'arte contemporanea Famiglia Margini. Ispirata da questa considerazione - che ho ritenuto meritevole di citazione in questa sede, oltre che attinente al tema conduttore del concorso - con la mia opera figurativa, acrilico su tela, aspiro a suggerire una riflessione sul tema, mai scontato, del ruolo della Donna ai giorni nostri. Esiste ancora o è stato superato il tabù della Donna oggetto, della Donna Bambola o fantoccio tanto caro anche alla letteratura (basti citare “Casa di bambola”, di HENRIK IBSEN; La Olympia de “L'Uomo di Sabbia” tratto da “I Racconti” di HOFFMANN) ?I modelli molto spesso artefatti, che ambiscono alla perfezione estetica, così come ci vengono propinati dai mass media, non contribuiscono ad alimentare questo ancestrale tabù? O, piuttosto, attraverso tali modelli, la Donna ha assunto sempre più consapevolezza del potere che può garantirle la bellezza del proprio corpo, oggetto di ammirazione e di desiderio, sfruttandolo, in certi casi, per il conseguimento di propri obiettivi? Così facendo, però, non si rischia di confermare ulteriormente il tabù, come se una Donna non potesse essere padrona del proprio corpo e, nello stesso tempo, anche del proprio cervello? Il gatto che si morde la coda. O ancora, l'immagine della Donna automa non rispecchia forse e soltanto il più recondito desiderio dell'uomo di creare un alter ego perfetto come il meccanismo di un orologio? La riflessione è aperta. Sul tema, ricordo anche una canzone della bravissima Mia Martini, “Io Donna, Io Persona”, che rivendica perfettamente il superamento del tabù della donna oggetto: “Io donna, io persona / avvilita come un oggetto / come bambola da letto / io non voglio essere schiava / e neppure esser padrona / voglio essere soltanto / una donna, una persona.”. Nella tela, proposta in concorso, “Il meccanismo femminile”, la “mia” Donna/Bambola meccanica é raffigurata “nuda”, quindi, all'apparenza, fragile e indifesa, vestita solo del suo trucco, sotto il quale cela tratti quasi androgini, nel tentativo di trovare la propria affermazione ed identità o, in una diversa prospettiva, di rispecchiare lo stereotipo immaginato dall'uomo che la vede come proprio alter ego. Lo sguardo, spento, malinconico, il corpo privo di vitalità, in attesa della mano che ricarichi la molla e, al pari di un Deus ex machina, metta in moto il meccanismo. Ma anche le Bambole meccaniche, una volta azionate, possono ribellarsi ed è allora che sfuggono al controllo dell'uomo che fatica a comprenderle perché in esse non si riconosce più, come nel dialogo tra Nora e Torvald, tratto da “Casa di Bambola, Atto III, di Ibsen: “NORA: Tu non pensi e non parli come l'uomo di cui possa essere la compagna. Svanita la minaccia, placata l'angoscia per la tua sorte, non per la mia, hai dimenticato tutto. Ed io sono tornata ad essere per te la lodoletta, la bambola da portare in braccio. Forse da portare in braccio con più attenzione perché t'eri accorto che sono più fragile di quanto pensassi. Ascolta, Torvald; ho capito in quell'attimo di essere vissuta per otto anni con un estraneo. Un estraneo che mi ha fatto fare tre figli... Vorrei stritolarmi! Farmi a pezzi! Non riesco a sopportarne nemmeno il pensiero! TORVALD: Capisco. Siamo divisi da un abisso. Ma non potremmo, insieme... NORA: Guardami come sono: non posso essere tua moglie. TORVALD: Ma io ho la forza di diventare un altro?NORA: Forse, quando non avrai più la tua bambola”..

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