Il re del bosco
di Livio Billo
Descrizione
L’ideazione fa capo a Il ramo d’oro (1922), dell'antropologo e storico delle religioni James G. Frazer. Il celebre saggio si apre con la trattazione del mito italico di Diana e del Rex Nemorensis, preposto al culto della dea e sinistramente figurato "con un luccichio d’acciaio sulle spalle […]”. Si aggira nottetempo, nell'incerto chiarore lunare, per il sacro bosco di Nemi dove un “ramo d’oro” celava il bellicoso numen della divinità. Essa imponeva una prova cruenta al re-sacerdote in carica, costretto a battersi con uno sbandato o uno schiavo fuggiasco, in un corpo a corpo mortale che ritualizzava il divenire umano e il ciclico cambiamento della natura, simbolicamente rappresentato dalla luna. Nella tavola, il suo disco compare sotto forma d'una medaglia bronzea, di per sé incongrua, non fosse che la “incongruità dei miti nemorensi” (ancora Frazier) ammette contaminazioni e riletture “altre” delle mitologie, per gettare ponti fra storia e cultura, in un gioco continuo di rimandi al passato e riallineamenti al presente.
L'opera è tra le 49 selezionate per il festival di "Prima Materia 0.1", in mostra presso il Palazzo Sforza Cesarini di Genzano (RM), dal 2 nov. 2024 al 7 gen. 2025.
Cat. a cura di V. Mingozzi e A. Di Nezio
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