LA LUCE DI DIO

di World Art Education

quadri in vendita online - LA LUCE DI DIO

Descrizione

“Tutto ciò, che ho appreso nella vita, mi ha portato passo dopo passo alla convinzione incrollabile dell'esistenza di Dio. Io credo soltanto in ciò che so per esperienza. Questo mette fuori campo la fede. Dunque io non credo all'esistenza di Dio per fede: io so che Dio esiste.” 


— Carl Gustav Jung 


Origine: Da Jung parla.


Fonte:

https://le-citazioni.it/frasi/159838-carl-gustav-jung-tutto-cio-che-ho-appreso-nella-vita-mi-ha-portat/


*


Carl Gustav Jung

psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero


Carl Gustav Jung 

Kesswil, 26 luglio 1875 – Küsnacht, 6 giugno 1961) è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico.


La sua tecnica e teoria, di derivazione psicoanalitica, è chiamata "psicologia analitica" o "psicologia del profondo", più raramente "psicologia complessa". Dopo essere venuto in contatto con le idee di Pierre Janet, inizialmente fu poi vicino alle concezioni di Sigmund Freud e attivo nell'ambiente della psicoanalisi (Jung fu colui che coniò il termine complesso di Elettra), ma se ne allontanò nel 1913, dopo un percorso di differenziazione concettuale culminato con la pubblicazione, nel 1912, di La libido: simboli e trasformazioni. In questo libro egli esponeva il suo orientamento, ampliando la ricerca analitica dalla storia del singolo alla storia della collettività umana. C'è un inconscio collettivo che si esprime negli archetipi, oltre a un inconscio individuale (o personale). La vita dell'individuo è vista come un percorso, chiamato processo di individuazione, di realizzazione del sé personale a confronto con l'inconscio individuale e collettivo. Jung si interessò anche, specialmente ai fini del proprio lavoro, per tutta la vita di spiritualismo, paranormale, spiritismo, sciamanesimo, astrologia, storia delle religioni, ufologia, alchimia, fisica quantistica ed esoterismo. Nota è la sua collaborazione con lo scienziato Wolfgang Pauli. Durante la seconda guerra mondiale fu collaboratore dei servizi segreti alleati in funzione anti-nazista.


In Italia, l'orientamento junghiano della psicoanalisi è stato introdotto da Ernst Bernhard.


La vita e l'opera


Formazione


Nacque nel 1875 da Paul Achilles 

Jung (1842-1896), teologo e pastore protestante, e da Emilie Preiswerk (1848-1923) a Kesswil, nel cantone svizzero di Turgovia. Dopo poco la famiglia si trasferì a Sciaffusa e nel 

1879 a Klein Hüningen (ora periferia 

di Basilea), dove il padre diventò rettore della pieve, esercitando poi anche la funzione di cappellano nel manicomio della città.


Fu un bambino solitario, figlio unico per nove anni, fino alla nascita della sorella Johanna Gertrud, detta "Trudi" (1884-1935). Il suo amico d'infanzia Albert Oeri (1875-1950) ricordò il primo incontro con Carl, quando entrambi erano molto piccoli: lo descrisse come "un mostro di asocialità", concentrato 

sui propri giochi, il contrario di quello 

che aveva conosciuto all'asilo, dove i bambini giocavano, si picchiavano e stavano sempre insieme. I due restarono amici per tutta la vita.


Al liceo fu suo insegnante Jacob Burckhardt, che gli parlò di Johann Jakob Bachofen. Le sue letture andavano dalla letteratura alla filosofia, dalla teoria della religione allo spiritualismo (Mörike, Goethe, specie il Faust e le conversazioni con Johann Peter Eckermann, Immanuel Kant, Swedenborg, Schopenhauer, ecc.). Il libro che più lo colpì fu Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, che citò nei Ricordi: «Come per il Faust di Goethe, si trattò di un'esperienza terribile», scrisse.


Nel 1895, s'iscrisse all'Università di Basilea e nel 1900 si laureò in Medicina e Chirurgia con la tesi Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti una trattazione sui fenomeni medianici della cugina, Hélène Preiswerk detta "Helly" (1880-1911), che pubblicò nel 1902.


Nel dicembre 1900 cominciò a lavorare all'istituto psichiatrico di Zurigo, il Burghölzli, diretto da Eugen Bleuler. Nell'inverno 1902-1903 Jung fu a Parigi per frequentare le lezioni di Pierre Janet.


Nel 1903, sposò Emma Rauschenbach (1882-1955), che rimase con lui fino alla morte. Nel 1905, fu promosso ai vertici del Burghölzli e divenne libero docente all'Università di Zurigo, dove rimase fino al 1913. Tra il 1904 e il 1907 pubblicò vari studi sul test di associazione verbale e nel 1907 il libro Psicologia della dementia praecox.


La personalità scientifica di Jung 

si manifesta con il concetto di "complesso". Esso è un insieme strutturato di rappresentazioni, consce e meno consce, dotate di una carica affettiva. La psiche umana è un insieme indeterminato e indeterminabile di complessi, tra i quali lo stesso "Io", il complesso che ha l'appannaggio della coscienza ed è in relazione con tutti gli altri. Quando questa relazione s'indebolisce o si spezza, gli altri complessi si fanno autonomi, inconsci, e cominciano a dirigere l'azione, con un processo di dissociazione, origine del disagio psichico.


L'incontro con Sigmund Freud


Concordando con le interpretazioni 

date da Freud nei confronti dei fenomeni psichici, cominciò una fitta corrispondenza con Freud, che incontrò a Vienna nel 1907. I due parlarono per tredici ore. Lo incontrò nuovamente in Svizzera a Zurigo, dove scrissero un libro.


Nel 1909, con Freud e Ferenczi, Jung si recò alla Clark University di Worcester (Massachusetts), negli Stati Uniti, per un ciclo di conferenze; inoltre, Jung ricevette la laurea honoris causa in Legge. In quell'occasione si ebbero le prime avvisaglie della separazione da Freud, che sarà all'origine dell'articolarsi dei due principali orientamenti storici della psicoanalisi, intesa tanto come terapia quanto come via per la conoscenza della psiche. Durante il viaggio in nave verso gli Stati Uniti i due pionieri della psicoanalisi analizzarono l'uno i sogni dell'altro. In questa psicoanalisi 'sull'oceano', dove ciascuno fungeva sia da psicoanalista sia da paziente, Freud, a detta di Jung, ebbe un atteggiamento di reticenza su alcuni particolari della sua vita privata che invece sarebbero serviti a Jung per una migliore interpretazione. Ad aggravare la situazione fu il fatto che Freud su questo punto fu molto chiaro: il motivo della sua reticenza era che non poteva mettere a repentaglio la sua autorità. Fu allora che Jung cominciò a mettere in discussione la stima che fino a quel momento aveva avuto per Freud.


Nel 1910 Jung divenne presidente dell'Associazione psicoanalitica internazionale e direttore dello "Jahrbuch", rivista ufficiale della società. Cominciò a essere chiamato "delfino" della psicoanalisi, possibile successore di Freud alla guida del movimento psicoanalitico.


La separazione da Freud e il nuovo orientamento della psicoanalisi


Nel 1912, Jung pubblicò il suo testo fondamentale La libido: simboli e trasformazioni (o Simboli della trasformazione), dove erano presenti i primi disaccordi teorici con Freud assieme al primo abbozzo di una concezione finalistica della psiche. 

I disaccordi continuarono nelle conferenze sulla psicoanalisi (Fordham lectures) tenute da Jung lo stesso anno a New York. L'aspetto centrale delle differenze teoriche risiedeva in un diverso modo di concepire la libido: mentre per Freud il "motore primo" dello psichismo risiedeva nella pulsionalità sessuale, Jung proponeva di riarticolare ed estendere il costrutto teorico di libido, rendendolo così comprensivo anche di altri aspetti pulsionali costitutivi "dell'energia psichica".


La "sessualità" da costrutto unico e centrale (metapsicologia freudiana) passa a essere costrutto importante 

ma non esclusivo della vita psichica (punto di vista junghiano). La libido è energia psichica in generale, motore di ogni manifestazione umana, sessualità ma non solo. Essa va al di là di una semplice matrice istintuale proprio perché non è interpretabile solo in termini causali. Le sue "trasformazioni", necessarie a spiegare l'infinita varietà di modi in cui si dà l'uomo, sono dovute alla presenza di un particolare apparato di conversione dell'energia, la funzione simbolica.


Il termine "simbolo" è inteso secondo una concezione diversa da quella di Freud, che aveva assimilato il concetto di simbolo a quello di segno, sulla base dell'elemento comune del rinvio. Ma mentre il segno compone in modo convenzionale qualcosa con qualcos'altro (aliquid stat pro aliquo), il simbolo è un caso particolare del segno in cui, pur rimanendo l'elemento genericamente semiotico del rinvio, questo non è diretto a una realtà determinata da una convenzione, ma alla ricomposizione di un intero, come vuole l'etimologia della parola. Un'altra differenza: se Freud interpretava le fantasie inconsce alla stregua di meri segni di pulsioni, inaccettabili per la coscienza, per Jung esse sono, se interpretate adeguatamente dall'Io, simboli di nuove realizzazioni psichiche. Solo così si rende conto del carattere costitutivamente aperto al nuovo della psiche, non più ancorata al passato in un'inarrestabile coazione a ripetere. 

La funzione trascendente è capace di superare le opposizioni di cui la psiche è costituita proprio mediante la produzione di simboli. Essa opera affinché vi sia 'individuazione', processo sintetico che coinvolge gli opposti che costituiscono l'uomo, nel quale egli si riconosce nella sua autonomia dagli stereotipi culturali. L'adattamento trova la sua prosecuzione in questo processo, diviso in una fase di distinzione degli opposti, da cui si fa un "passo indietro", e in una di integrazione.


Il conflitto tra Freud e Jung crebbe al quarto congresso dell'Associazione Psicoanalitica, svoltosi a Monaco nell'agosto del 1913 contro le posizioni psicoanalitiche espresse da Pierre Janet (verso cui Jung riconobbe sempre i suoi debiti intellettuali) durante la sessione dedicata alla psicoanalisi. Nell'ottobre successivo si ebbe la rottura ufficiale, e Jung si dimise dalla carica di direttore dello "Jahrbuch". Ad aprile 1914 si dimise da presidente dell'Associazione e uscì definitivamente dal movimento psicoanalitico.


La psicologia analitica junghiana


«Quanto più domina la ragione critica, tanto più la vita si impoverisce; ma quanto più dell'inconscio e del mito siamo capaci di portare alla coscienza, tanto più rendiamo completa la nostra vita.»


(C.G. Jung)


Fonte: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Gustav_Jung


165 visualizzazioni

0 commenti

  • Al momento non sono stati inseriti commenti per questo quadro
  • registrati o accedi per lasciare un commento

    World Art Education vende quadri online

    World Art Education

    265 38.153 71,5 / 100

    Quadri simili 8

    Scopri di più