La mia Danae, la Danae di tutti
Descrizione
La mia Danae è di tutti, perché impersonificata, anonima e anonimo è il contesto. Non importa dove si trova, si sta manifestando in lei la contorsione e l’inarcamento della sua schiena che accoglie il brivido e il calore avvolgente della figura serpentata. Danae è in estasi e si lascia ravvoltolare il ventre, le natiche, il seno, punti di piacere maggiore. Un circolo vizioso, un vortice penetrante, inizia o forse termina dalla sua bocca, punto esornativo dell’unione, come un bacio incessante e assiduo. Si lascia sorreggere Danae dimenticando che i suoi piedi sono l’unica parte rimasta salda al suolo, un suolo che non si vede, non esiste, lei non lo sente neanche più, fluttua Danae. Desidero sia la Danae di tutti, perché tutti abbiamo un corpo da lusingare e adorare qualunque sia la sua particolarità.
Danae di Gustav Klimt nasce da un soggetto della mitologia greca, fonte prediletta del pittore. La donna viene colta mentre sta dormendo e la pioggia dorata, metamorfosi di Zeus che non si rassegnò per la reclusione della fanciulla da parte del padre Acrisio, la sta per fecondare. Viene rappresentata in un sonno profondo, con la bocca semiaperta, esattamente il momento in cui sta per raggiungere l'estasi amorosa. Proprio come la mia Danae, la Danae di tutti, penetrata e fecondata dalla figura smisurata del serpente, simbolo al tempo stesso di dannazione e di redenzione, di peccato e di guarigione, metamorfosi del mio stregone, un personaggio strettamente personale illustrato nel mio percorso a cui do il compito di esprimere e manifestare determinate emozioni o sensazioni, lui con la padronanza dei suoi poteri muta la sua presenza in diversi significati e concetti, in questo caso manifesta la consapevolezza dell’unione in modo erotico e sensuale.
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