La voce della conchiglia
Descrizione
"Abbassa la lampada un po’ di più,
lasciami dormire, nutrice, in pace.
E se chiama lui, non dica che sono qui,
dì che Alfonsina non torna.
E sei lui chiama, non dica mai che sono qui,
dì che me ne sono andata..."
(brano dell'ultimo poema di Alfonsina Storni scritto prima di morire)
In questo dipinto ho voluto ricordare Alfonsina Storni, una poetessa originaria del Canton Ticino trasferitasi con la famiglia in Argentina all'età di quattro anni, morta suicida nel Mar del Plata. Durante i primi decenni del secolo scorso è stata il simbolo della donna moderna unendo al desiderio di tenerezza la rivendicazione di valori di libertà rifiutando il vincolo di subalternità nei confronti dell’uomo. Nella sua poesia il sogno si contrappone alla realtà di tutti i giorni, al suo grigiore e al suo vuoto.
In molte poesie Alfonsina Storni aveva parlato della morte nel mare - Frente al mar (1919), Un cementerio que mira al mar (1920), Alta mar (1934) -, visto come casa-tomba, come un fluido luogo di quiete infinta, da contrapporre alla pesantezza della terra: luogo di lotta quotidiana, e di pena. Essa scrive: In fondo al mare c’è una casa di cristallo.
Il percorso comincia da sinistra e segna l’incedere di Alfonsina verso il mare: dopo un iniziale slancio c’è un momento di sospensione dove poi comincia un lento ripiegamento su se stessa che culmina nell’immedesimazione totale con la natura. Essa si trasforma in conchiglia simbolo di elevazione, di rinascita e di fertilità di pensieri. La meta per tutti è incontrare se stessi in fondo al proprio cuore. La conchiglia è infondo anche il simbolo dell’accogliere, del lasciar fluire, e come essa accoglie il mare senza trattenerlo, così noi dovremmo lasciar fluire la vita senza però cercare di fermarla, dovremmo far vivere i nostri sogni per vincere la solitudine e la sconfitta.
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