Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene. Paolo Borsellino | World Art Education

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Descrizione

Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.

Paolo Borsellino 

[Citato in Lavinia Farnese, Borsellino, eroe borghese in prima linea contro la mafia, la Repubblica, 17 luglio 2006, p. 53]

Fonte:

https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=6a8c



Fidanza (FdI)

patteggia un anno e

quattro mesi per il

caso Acri

di Redazione eunewsit

27 Ottobre 2023

Bruxelles – Il gip di Milano Stefania Donadeo ha ratificato il patteggiamento a un anno e quattro mesi già annunciato nel giugno scorso per l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, con pena sospesa e senza interdizione dai pubblici uffici. Condannato anche il collega deputato nazionale Giangiacomo Calovini. Il reato commesso è corruzione.


Le indagini della procura milanese avevano provato che le dimissioni del consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri erano giunte per far posto a Carlovini, politicamente vicino a Fidanza. In cambio Acri avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio nello staff dell’eurodeputato.

Fonte: 

https://www.eunews.it/2023/10/27/fidanza-fdi-patteggia-un-anno-e-quattro-mesi-per-il-caso-acri/



Calabria, la

‘ndrangheta infiltrata

in Fratelli d’Italia: le

manovre e i patti per

accaparrarsi i voti di mafia.

di Alessia Candito

Dai finti attentati ai Comuni sciolti per infiltrazioni alle decine di inchieste che vedono protagonisti i rappresentanti del partito di Giorgia Meloni: tutti i legami fra la destra al potere e i clan

16 GIUGNO 2024 

Fonte:

https://www.repubblica.it/cronaca/2024/06/16/news/calabria_la_ndrangheta_infiltrata_in_fratelli_ditalia_le_manovre_e_i_patti_per_accaparrarsi_i_voti_di_mafia_e_governare-423237104/



Fratelli d’Italia o fratelli di ‘ndrangheta? Lo strano caso di Giuseppe Neri, finalmente “beccato” dalla Dda

Da Iacchite -11 Giugno 2024


A Reggio Calabria si respirava un’aria “nuova” all’interno del partito di Fratelli d’Italia. Infatti, dopo l’operazione “Libro Nero” che aveva portato all’arresto del consigliere regionale Sandro Nicolò, la Meloni aveva mandato in riva allo Stretto un cavallo di razza per riordinare e riportare la legalità nel partito che si rifà ai principi di patria, famiglia e legalità. Pertanto era stato nominato l’ex missino, colonnello dei carabinieri nonché deputato Edmondo Cirielli.


Il deputato vanta una lunga storia politica ricca di successi e cariche prestigiose. Il buon Cirielli ricopre l’incarico di Presidente della Provincia di Salerno, consigliere regionale della Campania ed è stato deputato per varie legislature. Ma al nostro moralizzatore mancava qualcosa nel Curriculum vitae per essere un politico di levatura nazionale: un’ indagine… Che in Italia non si nega a nessuno.


E infatti facendo una piccola ricerca in rete il nostro onorevole risulta indagato per corruzione aggravata con voto di scambio politico mafioso/camorrista. Ma guarda un po’ il caso… il moralizzatore di Reggio è peggio dei suoi conviviali!!! E non a caso, appena qualche mese dopo, altri soggetti di Fratelli d’Italia sono finiti nella tagliola delle inchieste: l’avvocato Giancarlo Pittelli, per esempio, che (anche se molti non lo sanno) aveva fatto in tempo a passare da Forza Italia alla Meloni prima di essere arrestato in Rinascita Scott. E come dimenticare il mitico Domenico Creazzo, il finanziare prestato alla politica e alla… ‘ndrangheta, campione di preferenze alle Regionali 2020, clamorosamente arrestato nell’operazione “Eyphemos”? E persino chi è entrato al suo posto ovvero Raffaele Sainato, indagato per voto di scambio nella famosa inchiesta “Inter Nos” che è costata l’arresto al consigliere Udc Nicola Paris. Per non parlare di Luca Morrone, altro cavallo di “razza” della banda della Meloni, indagato per traffico di influenze nell’inchiesta Passepartout perché aveva accettato il patto corruttivo di “galantuomini” come Gigino Incarnato, che gli avevano promesso il posto di vicesindaco una volta che avesse sfiduciato Mario Occhiuto a Cosenza. Cosa che ha puntualmente fatto…


Ma torniamo a Cirielli. Alla sua destra, tanto per non farci mancare nulla, siede il consigliere regionale Giuseppe Neri, ex uomo di Oliverio, che aveva pensato bene di salire sul carro del vincitore di turno, portandosi dietro i suoi piccoli e non scomodi scheletri che in questo nuovo partito sembrano più delle medaglie – visto il palmares del suo coordinatore provinciale Cirielli… – che dei demeriti. E non a caso il nome di Giuseppe Neri – naturalmente eletto – era finito in pole position tra quelli che si contendevano addirittura la prestigiosa (e molto ben retribuita, of course) carica di presidente del Consiglio regionale dopo l’arresto di Tallini. Ma avevano prevalso le ragioni di Ciccio “bummino” Cannizzaro e del suo delfino Arruzzolo (lo scifo…). Poi – tomo tomo cacchio cacchio – Neri ha lavorato sott’acqua e sotto traccia per essere ricandidato nonostante il soggetto non solo fosse chiacchierato ma anche attenzionatissimo dalla Dda di Reggio, ma il nome di Giuseppe Neri è apparso regolarmente, addirittura da capolista, nella Circoscrizione Sud. E infatti è stato eletto… 


Per chi non lo sapesse, Neri è in assoluto il ras dei voti del quartiere Catona dove spadroneggia la cosca Araniti che con il nostro nuovo uomo della destra reggina sembrerebbe avere diversi legami. Il suo più grande elettore risulterebbe quel Manlio Flesca, consigliere comunale dell’era Scopelliti, già condannato per associazione mafiosa esterna con esponenti del quartiere di Catona.Ma altre figure pittoresche circondano il nostro candidato regolarmente eletto alle Regionali. Infatti troviamo al suo fianco il mitico Franco Germanò. Si tratta del Germanò già assessore comunale di Scopelliti, braccio destro di Alberto Sarra (arrestato e condannato nelle inchieste di Cafiero De Raho) e poi transitato nell’area di Scopelliti (la cui fedina penale non ha bisogno di “presentazioni”…) ed infine nel gruppo di Nicolò (tuttora agli arresti). Ora, caro amico Neri, apri gli occhi perché forse il Germanò porta male… Ma in giro si diceva che sotto questo aspetto Neri possa dormire sereno e tranquillo, vista la sua grande amicizia con qualche pm al di sopra di ogni sospetto. Almeno per adesso… E infatti la pazienza dev’essere finita se è vero – com’è vero – che Neri è stato salvato solo in extremis dall’onta dell’arresto ma comunque è stato finalmente “beccato”.


E forse doveva essere per queste sue protezioni (che in qualche modo hanno retto per anni) che attorno al Neri gironzolava anche il consigliere comunale Antonio Pizzimenti, anche lui transitato in Fratelli d’Italia sotto la guida di Sandro Nicolò e presente in maniera massiccia nelle carte dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ormai ex consigliere regionale.


Invece alla sinistra del Cirielli siede un altro consigliere comunale, anche lui transitato con Nicolò in Fratelli d’Italia, il maestoso Luigione Dattola. Eletto a consigliere della città metropolitana grazie all’interessamento del Nicolò, il Dattola è espressione del territorio della cosca dei Labate dove ha fatto il pieno dei voti. Orsù, cara Meloni, allora cambia il nome al tuo partito: non più Fratelli d’Italia ma bensì Fratelli di ‘ndrangheta, visti gli attori in campo.

Fonte:

https://www.iacchite.blog/reggio-fratelli-ditalia-o-fratelli-di-ndrangheta/



Mafia e voto di scambio, arrestato esponente di Fdi a Palermo

9 aprile 2024


L'ex consigliere comunale di Palermo di Fratelli d'Italia Mimmo Russo. arrestato dai Carabinieri con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio...


Fonte: 

https://www.ilsole24ore.com/art/mafia-e-voto-scambio-arrestato-esponente-fdi-palermo-AFIng4QD?refresh_ce&nof



'Ndrangheta in 

Piemonte, l'ex assessore 

Roberto Rosso 

condannato per voto di 

scambio politico-

mafioso


Quattro anni e quattro mesi all'ex politico di Forza Italia e Fratelli d'Italia Roberto Rosso per aver promesso 15mila euro a due uomini legati alla 'ndrangheta in Piemonte: "Tornerò in carcere sapendo di essere innocente", ha detto ai giudici della Corte d'appello di Torino


Andrea Giambartolomei

Redattore lavialibera


20 luglio 2023


Fonte 

https://lavialibera.it/it-schede-1447-roberto_rosso_voto_di_scambio_politico_mafioso_ndrangheta_piemonte




'Ndrangheta in Liguria


«Da Ventimiglia a Savona, in ogni principale comune esiste una 'ndrina attiva”. Bordighera, Sanremo compresi.»


(Confessione di Gianni Cretarola durante il processo La Svolta)


Fonte 

https://it.wikipedia.org/wiki/%27Ndrangheta_in_Liguria



La tragedia del 14 agosto 2018

Ponte Morandi, nel crollo fu coinvolto anche un camion che trasportava 900 chili di hashish

Il particolare emerge nell'ambito di un'inchiesta della DDA di Reggio Calabria grazie alla quale sono state arrestate 47 persone e indagate 93. Due dei coinvolti nell'operazione "Blu Notte" cercarono di recuperare la droga per spartirsela

 14/12/2022


Fonte:  

https://www.rainews.it/articoli/2022/12/ponte-morandi-crollo-camion-hashish-900-chili-droga-90aba485-c734-4abf-9efd-3e6870bcbbd4.html#:~:text=I%20due%20parlano%20di%20900,nel%20mondo%20del%20recupero%20rottami.



'ndrangheta

Treccani 

Enciclopedia on line


Organizzazione criminale calabrese suddivisa in cosche, particolarmente radicata nella provincia di Reggio di Calabria, ma con ramificazioni in tutto il mondo.


Nel dialetto calabrese, ’ndranghetista significava «membro della Onorata Società», ma più generalmente designava ogni uomo «valente», capace di tutelare e far rispettare il proprio onore. Nel secondo dopoguerra il termine cominciò a essere usato nel significato attuale. La famiglia mafiosa calabrese (’ndrina) ha al suo centro una famiglia di sangue, attorno alla quale si estende una vasta rete di parentele naturali e artificiali. La dimensione numerica della cosca è una variabile fondamentale per determinare il potere del suo capo, poiché da essa dipendono la sua forza, in termini di personale disponibile allo scontro armato, nonché la sua capacità di controllare il territorio e di influenzare la vita della comunità. La compattezza e la stabilità del gruppo sono rafforzate da un ampio uso di rituali, simbologie e regolamenti. La coesione interna, continuamente rinsaldata dalla pratica di matrimoni incrociati, e il coinvolgimento di congiunti nelle attività illecite pongono la ’ndrina al riparo da delazioni e tradimenti. Tipica conseguenza del principio organizzativo della ’n. è la sopravvivenza delle faide, conflitti interfamiliari contrassegnati da ferocia e distruttività estreme.


I clan calabresi operanti al di fuori della Calabria mantengono stretti collegamenti con la terra d’origine e conservano la stessa struttura delle cosche originarie, aderendo ai medesimi modelli di comportamento. A differenza delle famiglie federate in Cosa Nostra siciliana, per lungo tempo le formazioni criminali calabresi non sono riuscite a sviluppare un effettivo meccanismo di controllo e di regolazione dei conflitti interni. Dall’inizio degli anni 1970 la ’n. subì un’impetuosa trasformazione imprenditoriale, reazione alla progressiva perdita di prestigio e di legittimità del potere mafioso in seguito allo sviluppo socioeconomico del paese e al dissolvimento dell’assetto socioculturale tradizionale. Quando la ricchezza divenne la prima e più importante componente dell’onore, le principali famiglie mafiose di Reggio di Calabria, della Locride e della Piana di Gioia Tauro intrapresero attività in grado di garantire loro una rapida accumulazione di capitali (tangenti, sequestri). Combinando i proventi di tali delitti alla violenza e alla capacità di intimidazione e di corruzione che le erano tradizionalmente proprie, la ’n. riuscì a inserirsi nei subappalti delle grandi opere pubbliche. Alla fine del decennio, le ’ndrine assunsero un ruolo crescente anche nel traffico internazionale di narcotici e di armi.



La ’n. è stata a lungo sottovalutata dall’opinione pubblica nazionale e dalle stesse istituzioni. La sua pericolosità è stata pienamente rivelata solo da successive attività investigative e repressive, cui le cosche hanno reagito con una strategia eversiva di contrapposizione frontale con lo Stato.

Fonte: 

https://www.treccani.it/enciclopedia/ndrangheta/



16 maggio 2024

La ndrangheta e il controllo della massoneria - Mammasantissima


Non solo la 'ndrangheta controlla la massoneria, ma la utilizza per arrivare nel resto d'Italia: le rivelazioni arrivano dall'ex Gran Maestro De Bernardo e dalle risultanze dei processi. 


Guarda il video Youtube:

https://m.youtube.com/watch?v=wyuM_SuGK5s&fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3NtQnBSCPhiXhqf44QtGYjTrWUq_S93j80vzkl2r_PqcCJdvnoaYxS43s_aem_ZmFrZWR1bW15MTZieXRlcw#bottom-sheet


*


Scopri tutte le puntate e le clip nella sezione dedicata a Mammasantissima:

https://www.lacplay.it/programmi/mammasantissima_26571/


Infiltrazioni mafiose, Roberto Centi: “Attenzione massima, la Liguria non è soltanto terra di ‘ndrangheta”


Il monito del presidente della Commissione Regionale Antimafia dopo la pubblicazione della relazione della Dia

19 GIUGNO 2024


«La relazione della Dia sull'organizzazione della 'ndrangheta in Liguria, e sulla presenza di altri sodalizi di criminalità organizzata nella nostra regione, conferma il quadro che era già emerso dall'attività di questi anni della Commissione Regionale Antimafia che ho l'onore di presiedere. Il fatto che alla nota presenza della 'ndrangheta si affianchino anche singole proiezioni di camorra, mafia siciliana e sodalizi stranieri di origine africana, sudamericana o dell'Est Europa, deve servirci come monito per non abbassare mai la guardia e non sottovalutare situazioni “opache” di qualsiasi natura».


Questo il commento del presidente della Commissione Regionale Antimafia della Liguria, Roberto Centi, alla relazione del primo semestre 2023 della Direzione Investigativa Antimafia ligure: «Nell'ultima relazione della Dia la Liguria viene definita una “macro-area criminale sottoposta al controllo delle cosche calabresi della 'ndrangheta ivi insediate”, una definizione che rende in modo chiaro il quadro della nostra regione: una terra dove la 'ndragheta non è infiltrata ma è radicata, organizzata e strutturata – sottolinea Centi – ricordo inoltre che alle locali di Genova, Lavagna e Ventimiglia recentemente si è avuta contezza giudiziaria anche di un ulteriore rilevante insediamento operativo della 'ndrangheta a Bordighera”.


Per quanto concerne la presenza di altri gruppi di criminalità organizzata, italiani e stranieri, per Roberto Centi l'ultima relazione della Dia rende un quadro chiaro e al tempo stesso preoccupante. “La Direzione Investigativa Antimafia ha sottolineato come in Liguria siano presenti singole proiezioni extraregionali di camorra e mafia siciliana, infiltrazioni non organizzate in sodalizi strutturati, ma non per questo meno pericolose – fa notare Centi - penso ai recenti arresti a Genova del boss di Cosa Nostra Pasquale Bonavota e del “re dei surgelati” Salvatore Vetrano, alle indagini tutt'ora in corso in regione che ipotizzano il reato di voto di scambio con il clan Cammarata di Riesi o al caso del bar Libeccio di Genova Pegli, riconducibile ad Angelo Russo, attualmente detenuto e protagonista di una rete di narcotrafficanti con base a Napoli».


«Nella relazione della Dia – aggiunge Centi – si pone l'attenzione anche sui sodalizi criminali stranieri che risultano operanti per lo più nel traffico e nello spaccio di stupefacenti. In particolare viene sottolineato come siano emerse sinergie operative tra la criminalità organizzata albanese, la 'ndragheta e la criminalità autoctona».


«Per tutti questi fatti e per il quadro emerso dalla relazione della Dia – conclude Roberto Centi – voglio sottolineare l'importanza dell'attività della Commissione Regionale Antimafia, che ricordo non ha poteri di indagine ma ha un ruolo centrale nell'audire associazioni e soggetti interessati ai fenomeni mafiosi e soprattutto nel diffondere una cultura dell'antimafia, a partire dalle scuole, per creare in tutti i cittadini liguri gli anticorpi necessari per riconoscere e contrastare ogni tipo di fenomeno legato alla criminalità organizzata. Come Commissione Antimafia siamo inoltre orgogliosi di essere arrivati ad una legge condivisa con la giunta sui beni confiscati che permetterà di stanziare ogni anno 600 mila euro ai 41 Comuni interessati a riconvertire dei beni confiscati sul loro territorio: dal 2 settembre tutti gli enti interessati potranno usufruire di questi fondi. Un ulteriore tassello, simbolico ma al tempo stesso concreto, per combattere le mafie nella nostra regione».


Fonte:

https://genova.repubblica.it/cronaca/2024/06/19/news/infiltrazioni_mafiose_roberto_centi_la_liguria_terra_ndrangheta_dia_mafia-423259163/











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