Descrizione

Il dipinto La Venere di Urbino di Vecellio Tiziano, diventato noto solo col nome, è un’opera che ritrae la figura di una giovane donna che attende, adagiata sul letto completamente nuda, che le due inservienti, che sono sullo sfondo, giungano da lei con l’occorrente per vestirla con abiti sontuosi per partecipare al rito giocoso noto a Venezia col termine di ‘toccamano’. Questa cerimonia domestica e non religiosa prevedeva che le fanciulle promesse, toccando la mano del futuro marito, concedessero il loro consenso.

Lei è dipinta secondo l’iconografia del primo Rinascimento secondo i canoni della ‘Venus pudica’, con la mano sinistra al pube e stretto nella mano destra un mazzolino di rose, fiore dedicato a Venere.

Ho realizzato di quell’opera solo il viso, rendendo la pelle diafana con profondi occhi neri. Fu lunga e lenta la realizzazione dei capelli: data una base di terra bruciata insieme a pigmento di noccioli di pesco e fatto lo sfondo nero avorio si è attesa la completa asciugatura per poi, sfumando e disegnando i singoli capelli con tocchi di pennello, dipingere la treccia ed i boccoli biondi, usando ocra dorata e qualche tocco di bianco. Anche la pittura del viso fu non semplice: l’incarnato e gli occhi, vagamente sognanti ed intensi, vollero più mani e più passaggi.