Rinaldo sale al Monte Oliveto
Descrizione
Era ne la stagion ch’anco non cede
libero ogni confin la notte al giorno,
ma l’oriente rosseggiar si vede
ed anco è il ciel d’alcuna stella adorno;
quando ei drizzò vèr l’Oliveto il piede,
con gli occhi alzati contemplando intorno
quinci notturne e quindi mattutine
bellezze incorrottibili e divine.
Fra se stesso pensava: “O quante belle
luci il tempio celeste in sé raguna!
Ha il suo gran carro il dí, l’aurate stelle
spiega la notte e l’argentata luna;
ma non è chi vagheggi o questa o quelle,
e miriam noi torbida luce e bruna
ch’un girar d’occhi, un balenar di riso,
scopre in breve confin di fragil viso.
0 commenti
registrati o accedi per lasciare un commento