vite strappate 2-22

di A Casa Di Giulia

quadri in vendita online - vite strappate 2-22

Descrizione

Mi piace strappare: lo strappo non è mai netto, è casuale, a volte liberatorio, comunque forte, rumoroso, proprio come l’intensità della rabbia.

Alcune situazioni possono portare a veri e propri strappi, più o meno marcati, a volte lacerazioni profonde che lasciano tracce indelebili nel tempo, proprio come gli strappi della carta nei miei collage.

Ogni strappo non è però una fine, segna invece un inizio, una trasformazione, più o meno evidente.

Le storie di ognuno di noi sono per loro natura in movimento quale ne sia la spinta generativa.

La Rabbia, come la paura, spesso accompagnate da delusione, frustrazione, sono emozioni forti connaturate al genere umano.

Le ombre della vita sono però il principale motore di rinnovamento in quel processo incessante di cambiamento che è l’esperienza umana.

Prima la famiglia, poi la società, indicano i binari entro cui è bene muoversi, i buoni comportamenti: essere bravi a scuola, conoscere la persona giusta, avere figli, comprare casa, essere gentile con i capi…

L’arte ha un ruolo importante nel rivelare l’’uomo, le sue emozioni, anche inconsce, prima che diventino concetti, pensieri o parole. L’arte, trasfigurandolo, rivela il mondo… e può essere un mezzo molto efficace per comunicare, disturbare, risvegliare coscienze.

Ed anche le esperienze e le emozioni negative, quelle che ci colpiscono con maggiore forza, assumono una connotazione positiva nel quadro d’insieme che è la nostra vita!

Le opere che realizzo vogliono proprio trasmettere questi concetti.

Utilizzando la tecnica del collage , ho sviluppato uno stile personale che esprimo attraverso diversi progetti artistici, con la presunzione che l’arte possa contribuire a cambiare il mondo innescando all0inizio un piccolo cambiamento dentro di sé, anche minimo… quella scintilla che può dare il via ad una grande rivoluzione, l’unica vera che può avvenire.

Alcune situazioni possono portare a veri e propri strappi, più o meno marcati, a volte lacerazioni profonde che lasciano tracce indelebili nel tempo, proprio come gli strappi della carta nei miei collage.

Mi piace strappare: lo strappo non è mai netto, è casuale, a volte liberatorio, comunque forte, rumoroso, proprio come l’intensità della rabbia.

Ogni strappo non è però una fine, segna invece un inizio, una trasformazione, più o meno evidente. Anche un sentimento con una connotazione negativa come la rabbia ha un risvolto biologico positivo, innesca reazioni che ci proteggono.

L’arte ha un ruolo importante nel rivelare l’’uomo, le sue emozioni, anche inconsce, prima che diventino concetti, pensieri o parole. L’arte, trasfigurandolo, rivela il mondo… e può essere un mezzo molto efficace per comunicare, disturbare, risvegliare coscienze.

La rabbia diventa un nemico se si manifesta come reazione abituale ad un qualsiasi conflitto in cui incappiamo nel quotidiano, sintomo di insicurezza.

Cosa accade quando proviamo emozioni estreme? La rabbia innesca reazioni chimiche nel nostro corpo, come quando andiamo sulle montagne russe, scatena istinti primitivi, fa sentire potente, quindi genera, in un certo senso, un’esperienza gratificante. Questo è uno di quei casi in cui la scienza può apparire più bizzarra della fantasia.

Quando si riduce il livello di adrenalina, si riprende il controllo. E’ come l’effetto benefico che si prova contraendo un muscolo e poi rilasciandolo.

La rabbia, proprio come per la paura, va affrontarle in modo produttivo. Occorre distinguere le reazioni irrazionali da quelle fondate su ragionevoli motivi; abbandonare le prime e trasformare queste ultime in coraggio, spinta al cambiamento.

In preda ad una rabbia irrazionale il carico emotivo è fortissimo, il contenuto cruento, si deteriora l’equilibrio della persona perché spesso è scatenate da esperienze del passato, anche in modo inconscio che ci fanno reagire in modo apparentemente illogico ed esagerato.

E’ necessario riconoscere la rabbia, non reprimerla, comprenderla, accoglierla, senza giudicare, risalire alle radici di questo sentimento: potrai reagire con modalità diverse… e tutto intorno a te cambierà.

La rabbia può essere una reazione salutare che innesca una reazione positiva e apre una fase di rinnovamento ma, se ignoriamo l’origine, diventiamo burattini mossi dalle nostre stesse emozioni ed iniziamo a soffrire anche fisicamente.

Anche delusione e frustrazione possono manifestarsi sotto forma si scoppi: accade qualcosa che provoca una reazione. Ed anche in questi casi, conoscere i propri sentimenti e riuscire a trasformare la tristezza provocata da queste emozioni fa assumere un atteggiamento costruttivo.

Usa la consapevolezza. Non c’è vergogna nell’ammettere rabbia o paura, non è bene nasconderli, soprattutto a se stessi, ma trasformarci vuol dire opporsi ai mostri che ognuno porta dentro di sé.

Se sei consapevole e ti rialzi ogni volta che cadi (perché siamo umani e a tutti capita di inciampare), la negatività non potrà mai travolgerti.

Occorre utilizzare la conoscenza di sé, la consapevolezza per non lasciarsi sopraffare. Non sto certo parlando di evitare l’azione, di accontentarsi, quelle cose che puzzano tanto di controllo sociale a beneficio delle dinamiche di potere.

RIAPPROPRIARSI DELLA CONSAPEVOLEZZA E’ IL PIU’ GRANDE STRUMENTO PER DISINNESCARE LE SEMPLIFICAZIONI CHE PORTANO ALL’AUTORITARISMO ED ALLA VIOLENZA, ANCHE SOLO VERBALE, CUI SEMPRE PIU’ SPESSO ASSISTIAMO IN OGNI ASPETTO DELLA VITA QUOTIDIANA.

RIAPPROPRIARSI DELLA LIBERTA’ USCENDO DALLA TRAPPOLA DELLA FELICITA’ DI COMODO CHE SUGGERISCE DI PROCEDERE SU TERRENI SICURI.

Siamo continuamente pressati ad essere più rapidi ed ottenere sempre di più, le buone notizie non fanno notizia così i media scelgono tagli sempre più catastrofici per raccontare ciò che accade, i social amplificano lo stress derivato dal sempre maggiore isolamento, esasperando ogni reazione e testimoniando l’incapacità di comunicare. Questo stile di vita nuoce alla salute fisica e psichica.

La comunicazione che sta prendendo sempre più piede sfrutta sentimenti primordiali, rinforza le paure, fa sì che si trasformino in rancore prima ed in odio poi, e rende incapaci di indirizzare le proprie scelte nella direzione corretta, tanto si è presi dal voler fuggire pericoli inesistenti, restare ancorati alle nostre sicure esistenze.

Sei indotto ad applicare di etichette, schematizzare, creare classificazioni banali e preconcette: tutto quello che serve ad evocare le peggiori paure …

L’etichetta diventa un paraocchi che impedisce di vedere i significati divergenti dove appunto, di regola, si nasconde la verità.

Reagire è un dovere.

Per prima cosa occorre opporsi a ciò che è dentro di noi, che ci fa amare il potere, facendoci desiderare ciò che ci domina e ci sfrutta!

La rabbia di chi non vuole rinunciare alle proprie prerogative si oppone al vittimismo di proiettare altrove le cause dei propri fallimenti ed inadeguatezze.

Ogni decisione assunta liberamente è revocabile, perciò non è mai troppo tardi per invertire la rotta.

E’ doveroso esercitare con coraggio la propria possibilità di scelta di sottrarsi ai luoghi comuni ed ai percorsi prestabiliti.

Quando la rabbia si dirige verso pericoli reali può essere valida spinta per affrontare il rischio della complessità e dunque cambiare davvero il mondo!

La rabbia quindi può diventare strumento, manifestazione del principio di responsabilità.

Siamo responsabili dell’energia che emaniamo nel mondo quindi diventa un dovere scegliere di trasformare la nostra in energia positiva: lascia che ti pervada e con te la realtà e le persone intorno a te con un effetto a catena davvero sorprendente.

Il coraggio è fare buon uso della rabbia, è reazione attiva, il contrario di indifferenza, passività e rassegnazione.

Anche ora possiamo scegliere come comportarci: ribellione non violenta, ricerca della giustizia, salvezza dalla paura e dalla vergogna e ancora capacità di disobbedire ad ordini ingiusti e inumani, capacità di sottrarsi al conformismo, praticare l’arte del dubbio, sfuggire ai pericoli e alla prepotenza della “verità” convenzionale.

Serve anche la rabbia per restare umani.

L’arte è un grande strumento per indagare il proprio io in quel sottile confine tra razionale ed irrazionale.

Ogni emozione si può esprimere attraverso l’arte: i conflitti… quel dolore che qualcuno o qualcosa ci ha lasciato dentro, che brucia sotto la pelle e nascondiamo al mondo ed anche l’immensità che si raggiunge quando si prova ad elevarsi oltre i propri limiti.

RIAPPROPRIARSI DELLA RABBIA, RIAPPROPRIARSI DEL CORAGGIO, RIAPPROPRIARSI DELLA VITA.

Godi della vita assumendone la responsabilità.

Segui la spinta al cambiamento e fai la scelta consapevole di essere felice!


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