barchéide (ovvero odissea di un sogno)
di Pino Picca
Descrizione
Ai bordi dell’asfalto c’è un rigagnolo
che insegue quello più grigio fino al mare.
Ho scelto fra i sogni quello di ieri e ne ho fatto una barchetta
che fra scorie e immondizia ha preso il via.
Ha inseguito piena di brio quella foglia di ulivo
che prima nell’aria piroettando, poi nell’acqua scivolando,
si è incagliata nella melma.
Nel sorpasso l’ha sfiorata, s’è voltata e l’ha compianta,
ora di spalle deve andare e, ancor pensando a questa,
urta il muso di un randagio che si allontana spaventato,
dimenticando la sua sete.
Lo spavento è per entrambi e, roteando, non si accorge
di finire alla deriva dove l’asfalto l’ammacca e raschia.
Agganciata a quella riva, prende acqua dalla chiglia
per ora al mar può dire addio.
Sopraggiunge nella corrente la carcassa di un balocco
che si arena là vicino: una spinta, uno strattone e la corsa ricomincia.
Sbanda, urta, si raddrizza, trova ostacoli:
ora li affronta, ora li aggira seguitando nel suo vagare
anche se adagio, adagio.
Inzuppata da poppa a prua, giunge al fin in mare aperto
e quel sogno un tempo lindo, ora, è scolorito e lercio.
Era un sogno tutto rosa con parole armoniose e belle,
ora si legge a malapena solo la parola “amore”!
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