Il Buon Raccolto (Los 4 hermanos) - rif. LG-094-PE/ OT50X70-V/2013

di Luca Gualandris

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Descrizione

“IL BUON RACCOLTO (Los 4 hermanos)” rif. LG-094-PE/OT50X70-V/2013 – olio su tela 50x70 cm., Anno 2013

Recensione della Dott.ssa Irene Pazzaglia, Critica d’ Arte e curatrice di Mostre ed eventi

La prospettiva del dipinto è inquadrata dal basso in modo che i volti dei protagonisti sembrino direttamente rivolti all’osservatore. La carnagione ambrata e dorata, che mostra evidenti segni del lavoro nei campi, manda bagliori fiammeggianti nei volti soddisfatti dei contadini, per i quali la buona riuscita del raccolto è una benedizione della Madre Terra e quindi degli dei. L’unione che lega i giovani, probabilmente uniti da un rapporto di parentela, si manifesta dalla vicinanza fisica dei corpi disposti in una sorta di ideale cerchio.

In questo dipinto, Luca Gualandris vuole farci entrare in contatto con i valori e con le tradizioni andine, che, per quanto siano distanti da quelli della cultura occidentale e dalla sua frenesia, in qualche modo ci appartengono poiché ci fanno sentire uniti e partecipi nella celebrazione delle piccole vittorie quotidiane, nel lavoro e nella semplice vita di tutti i giorni, fatta di piccoli momenti da condividere con i nostri famigliari.

Lo stile del dipinto, pur mostrando chiaramente i frutti di un preciso studio cromatico, è fresco e accattivante, quasi come se i soggetti ritratti, avvolti nei loro abiti tradizionali e negli scialli di lana variopinti, volessero instaurare un dialogo con l’osservatore… Dal punto di vista cromatico, il dipinto si basa sul contrasto vivido e sgargiante tra le due tonalità contrapposte dell’azzurro e dell’arancio, quasi a suggerire la commistione tra l’elemento dell’aria e quello del fuoco o a voler suggellare l’unione tra cielo e terra. La vitalità cromatica che caratterizza l’opera infonde all’osservatore un senso di dinamica freschezza, come se respirasse una boccata d’aria pura…. 


Recensione di Francesca Misasi – Poetessa pluripremiata e critica d’Arte

Mai come in questo dipinto si trova tutto ciò che l’artista vuole rappresentare della realtà ma che non sempre è visibile agli occhi di chi osserva. La mano di Luca Gualandris ha saputo cogliere, nella sua opera, con poche salienti immagini, l’espressione più pura dell’arte quando fare arte vuol dire riuscire a coinvolgere emotivamente il fruitore dell’opera affinché lo stesso, ne colga il senso interpretando il messaggio che l’autore vuole trasmettere.

Se “ L’Arte non è uno specchio su cui riflettere il mondo ma un martello con cui scolpirlo” (cit. Bertolt Brecht), il nostro artista ha raggiunto pienamente lo scopo. Una smagliante campitura, stesa con colori puliti, staccati ed uniformi, ci proietta in uno scenario raffigurativo semplice ma che acclara la storia, il vissuto, le tradizioni di una gente che ha fatto della semplicità il suo stile di vita!

Il dipinto, nato sicuramente da un’emozione interiore intensa, riesce a trasformare la realtà in sentimento, in atto d’amore verso un popolo incontaminato, legato ancora alla saggezza dei padri.

I colori, stesi con tocchi vivaci e vibranti, riflettono le intonazioni di una terra calda, empatica, cristallizzata nella bellezza figurativa dei paesaggi. Colori pregnanti, vividi per qualità e quantità, dalla temperatura cromatica calda e dall’intenso grado di luminosità dei contrasti, il tutto in stretto rapporto col senso di appartenenza che lega l’uomo alla natura e viceversa. Se l’armonia corale e suggestiva d’insieme cattura d’emblée l’occhio, la lettura approfondita del dipinto rivela uno scenario simbolico-significativo che si svela nella caratterizzazione dei personaggi, nell’espressività intensa e vibrante dello sguardo delle due figure dove si legge tutta l’accettazione, la rassegnazione e la religiosità di un popolo legato ai costumi ed alle tradizioni che si tramandano da generazioni.

Nei loro occhi si può cogliere tutto l’amore e lo stupore per la natura, la meraviglia ed il rispetto dei luoghi e della propria Terra nonché un forte legame affettivo e di sangue tra le due figure. Una comunione di anime e di luoghi che vivono in perfetta sintonia. Notevole la purezza dei colori nei vestiti del bambino e della ragazza, vestiti calibrati e cesellati addosso con dovizia di particolari. In essi ritroviamo quel richiamo onirico di appartenenza, frutto di tradizioni, di uso e di costumi, nonché la sintonia con l’iridescenza del paesaggio che l’autore sottolinea con l’uso di cromie intrise nei colori del cielo e della terra e della fede in essi. La figura del lama, ritratto nella sua efficace prestanza, rappresenta bene il legame tra uomo e animale sottolineato con l’ abbraccio tenero e carezzevole della ragazza. In secondo piano splende la bellezza possente e affascinante delle montagne e lo scintillio azzurro, sfumato, di un piccolo lago, uno scenario euritmico, irenico, che richiama pace e una profonda spiritualità. Un dipinto unico, rappresentativo che si avvicina molto alla filosofia artistica dei naturalisti per l’amore sconfinato verso la natura ma che richiama la pittura realista in quanto la rappresentazione passa attraverso il modo di vedere, il pensiero e l’anima dell’artista.


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