Allegoria della Pittura
di Adfi
Descrizione
Questo è un dipinto della caravaggesca Artemisia Gentileschi, donna verso cui io sento un’affinità che supera di molto quella femminile che solidarizza ovviamente verso una donna che a 17 anni subì uno stupro.
Questo, che ora è diventato un crimine, ma tale non era nel 1610 quando capitò, ebbe come conseguenza che ci fu a Roma un processo.
Lo stupratore venne condannato perché colpevole o all’esilio da Roma o ai lavori forzati per 5 anni. Ovviamente scelse l’esilio, pur non spostandosi da Roma per i suoi potenti committenti che lo protessero;
fu Artemisia ad andarsene da Roma, per finire non dalla padella alla brace, ma nel luogo che determinò la sua nascita come Pittrice che aveva un modo di descrivere le ombre in modo luminoso e morbido.
Entrò nella corte medicea e questa fu la sua Epifania.
Quest’opera è un autoritratto di Artemisia, realizzato grazie all’uso di specchi, altrimenti conosciuto come ALLEGORIA DELLA PITTURA. Io ho voluto concentrarmi, ingrandendolo, sul volto concentrato di lei che fissa una tela su cui con il pennello, condotto dalla mano destra alzata, andrà a posarsi. Privato di tutto, si vede solo la sua espressione altamente concentrata, i suoi capelli corvini sommariamente raccolti, lo scollo audace del suo vestito, la catena con le ombre che crea.
L’ho composto con un Grande Piacere.
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