Atena melanconica
Descrizione
ATENA MELANCONICA
olio su tela - 60x70 - 1983
Nell'opera "Atena melanconica" si cerca di disvelare il senso della
malinconia.
Una composizione quasi teatrale.
Uno sfondo raffigurante un muro squarciato il cui "oltre" è soltanto
un orizzonte tutto da scoprire.
Un cavalletto su cui poggia un autoritratto.
Un pittore che dopo l'esecuzione dell'opera si abbandona
nell'orizzonte della vita.
Un bassorilievo del V secolo a.c. raffigurante la dea Atena che,
appoggiata alla sua lancia, si lascia andare in un atteggiamento
pensieroso e malinconico.
Nonostante il tempo trascorso, è ancora un mistero il perchè di
tanta malinconia.
E' forse desiderosa di svestire i panni di guerriera?
E' assalita dai rimorsi per il tanto male inflitto?
E' in collera forse con se stessa, perchè dal suo animo il male
riesce ad emergere anche contro la sua volontà?
Forse è malinconica perchè vuole conoscersi e vedersi. E vedersi
per conoscersi.
La melanconia coglie l'uomo, riflessivo e introspettivo, che è
desideroso di conoscere il senso del proprio "se", il senso del
proprio io, prima ancora che il senso e la verità delle cose.
E' il tratto caratteristico di chi si avventura improvvidamente alla
ricerca del proprio se, senza la consapevolezza che si può
conoscere se stesso solo conoscendo gli altri; e quindi guardare
con gli occhi dell'altro il proprio io; specchiarsi nell'altro e scorgere
nell'altro il proprio volto.
Per il pittore la realizzazione di un autoritratto è vissuta come
percorso di conoscenza del proprio io, della propria persona.
Conoscenza che passa anche attraverso il vedere l'autoritratto e
l'essere visto dall'autoritratto: essere visto da se stesso nel
guardare se stesso.
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