ERUZIONE DELL’ETNA (Visione surreale)
Descrizione
POESIA ABBINATA AL DIPINTO OMONIMO
ERUZIONE DELL'ETNA
Scagliano i Ciclòpi enormi massi
dall'alto dell'Olimpo
e fra i tanti il più grosso rotola giù
fino a terminare la sua corsa
nel gorgo di un abisso.
Tuona nel grembo il dio Vulcano
ed emerge l'Etna.
Agita le sue spire la belva ruggente
ed erutta acre ed invadente la lava.
Lo zampillo luminoso brilla alto nel cielo
a venerare il suo Dio
e il mio pensiero si annulla
di fronte a tanta eloquenza:
sequenze straordinarie di luci, di voci,
di palpiti, di boati, di sussulti tenebrosi.
Piogge di lampi, cascate di sassi
di massi incandescenti.
Colate di lave, di fiumi infocati
incendi fragorosi nell'inferno a cielo aperto
si susseguono giorno e notte
in un concerto strepitoso.
Vomita lapilli dall'odore di zolfo
il terribile mostro
spingendo al mare la selva di fuoco
crepitante fino a placarsi.
Ribolle l'acqua e sospira qua e là il monte
colmo di piccoli crateri
formando nell'aria
sentieri di irrespirabile fumo.
Un lugubre mantello di lava
simboleggiante l'omertà
avviluppa il gigante
quasi a proteggere il misterioso segreto
esistente in cuor suo.
E nelle valli circostanti
riecheggia malinconico
il colorito suono del "marranzano"
suonato da un pastore solitario.
Antonietta Di Seclì
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