Descrizione

Quando ero piccola avevo paura del buio, dormivo con la testa sotto al cuscino per non ritrovarmi a guardare l'oscurità negli occhi. E se la luce era spenta in una stanza, chiedevo a mia mamma di accenderla per me. L'oscurità era per me un lago nero, profondo, popolato da chissà cosa, non capivo che qualunque cosa ci fosse stata non avrebbe potuto che farmi compagnia.

A volte può far più paura la luce, perché è proprio dove c'è luce che hanno luogo le peggiori tragedie.

Nell'oscurità non c'è ricchezza, povertà, falsità, ipocrisia, giudizio, gelosia, critica, perfino solitudine: il silenzio è intriso dei colori della fantasia, delle emozioni, delle voci dei ricordi, di volti e sorrisi che sono rimasti nel profondo dell'anima e che si fanno rivedere.

Alla luce, gli occhi vengono ingannati di continuo, coinvolgendo anche gli altri sensi. Se vediamo qualcuno sorridere, crediamo sia felice non facendo caso al vacillare della voce. Nell'oscurità le maschere non funzionano, e non si può fingere di essere felici, belli, migliori. Non può apparire liscio ciò che è ruvido, nè si può sentire un sorriso provenire da dove nasce un pianto.

L'oscurità non è solo negatività. Esiste il bene anche nel male. E soprattutto, anche nel bene esiste il male.

Spesso cio che appare luminoso ha un cuore scuro, e ciò che è scuro ha un cuore splendente.

Insegnate ai vostri figli a non aver paura del buio, dell'ignoto. Insegnate invece loro a prestare attenzione e ad aprire i loro sensi quando invece c'è la luce.