La Lampara
Descrizione
LA LAMPARA
“La dipendenza ti rende schiavo”
(Pendendo evita rischi da lenza)
80x80 cm
Encausto colori metallici, acrilici e foglia oro e argento con laccatura
Nonno, nonno, posso farti una domanda
sulla nostra vita di pesci del mare?
Perché ogni tanto qualche compagno scompare?
Perché è stato preso dalla rete del pescatore.
Ma ci sarà un modo
per non farsi acchiappare?
Bisogna saper distinguere
la luce delle stelle
da quella delle lampare
(brano da “Gli animali” di Alessandro Mannarino)
In questo dipinto - dal titolo “La Lampara” - ho voluto sottolineare il problema della dipendenza, con una connotazione negativa, in quanto, chi si trova in questa posizione rischia di non essere più libero, sentendosi come in una prigione, sia da un punto di vista fisico che psicologico.
Ognuno di noi credo possa evitare situazioni spiacevoli ponderando bene le proprie azioni, scegliendo da che parte stare e la via migliore da seguire. Le vie possono e devono essere anche più di una, poiché vario è il genere umano con le sue innumerevoli sfaccettature e diverse devono essere le singole scelte.
I pesci possono essere paragonati a noi umani che nuotiamo in questo mare che è la vita. Dobbiamo fare attenzione, capiterà di sbagliare e occorre avere premura e tante precauzioni per salvarsi dalla bruttezza che ci circonda. Al centro del dipinto troviamo infatti l’amo che rappresenta un richiamo facile, soprattutto quando al suo uncino è appesa un’esca. Da qui la possibilità di essere ingannati, insidiati in qualche tranello, se non si segue la luce delle stelle ma quella delle lampare. Non a caso la lampara in alto brilla di una luce diversa e subito sotto un pesce cade nella trappola, come gli altri del riquadro centrale, oramai senza vita.
A noi la possibilità di scegliere e discernere.
L’invito è quello di seguire ognuno – col cuore – la propria luce per ricercare la bellezza della vita e intraprendere quel sentiero che ci condurrà in fondali meravigliosi.
L’uomo può arrivare a comprendere che la vita stessa è un opera d’arte, e che starà a noi liberarci dal superfluo e rendere percepibile in forme concrete la sua bellezza.
Al pari dello scultore che estrae la sua opera celata nel blocco di marmo o di pietra, e quindi secondo quanto affermava Michelangelo, con un’arte che “si fa per forza di levare”, io aggiungo che il compito dell’uomo che desidera costruire la sua vita, è quello di liberare la forma spirituale in esso contenuta.
Il mondo terrestre - anche nelle parole di Marsilio Ficino - è una “prigione”, dove le pure forme o idee sono “annegate” e “sfigurate da non potersi riconoscere”.
Così, noi tutti avvertiamo la “presenza dello spirituale entro il materiale”, e quella potente lotta che la forma avvia per manifestarsi, che possiamo paragonare alla continua lotta dell’anima per sfuggire al carcere della materia. Tutto questo si rivela anche nella nostra vita in quell’incessante percorso che l’uomo intraprende col fine di liberarsi dalla sua limitatezza.
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