Martirio di San Sebastiano
di Livio Billo
Descrizione
Tra le paure che angosciano e tormentano l’essere umano, quella della morte è senz’altro la più frequente e difficile da esorcizzare. Specie se i tempi in cui egli vive gli prospettano la mortalità non soltanto come un “fantasma” mentale o pulsionale – la “pulsione di morte”, simbolizzata da Thanatos, di cui tratta la letteratura psicanalitica –, bensì come un evento fattuale e inevitabile cui non c’è scampo. E, nondimeno, bisogna pur accettare che tale pensiero sia uno dei costituenti fondamentali della psiche umana che, assieme e in antitesi con la “pulsione di vita”, governa e regola ex imo i nostri comportamenti, le nostre scelte e gli atteggiamenti che assumiamo verso il mondo e verso gli altri, in una commistione conflittuale di sentimenti e sensazioni forti, in grado di far mutare gli abituali modi di vivere e pensare. Perché la morte, naturale conclusione del ciclo organico del corpo, possiede altresì implicazioni simboliche e mitiche estranee agli altri viventi: è distacco, perdita, solitudine, persino pena eterna; o, viceversa, eterna beatitudine, liberazione da angoscia e dolore, come hanno potuto esperire i martiri cristiani.
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