Notte Stellata
di Adfi
Descrizione
“Quindi non cerco di rappresentarci attraverso la somiglianza fotografica, ma attraverso le nostre espressioni appassionate, usando come mezzo di espressione e di esaltazione del carattere la nostra conoscenza e il nostro gusto moderno del colore.”
L’opera che ho scelto di riprodurre è quella che indica meglio questa idea molto presente in Vincent Van Gogh – si tratta dell’estratto di una lettera che lui scrisse alla sorella nel 1890. Si tratta della rappresentazione notturna del paesaggio di Saint-Rémy-de-Provence, poco prima del sorgere del sole. Il nostro artista si trovava nella clinica per alienati mentali dove accettò di farsi ricoverare e dove rimase per circa un anno e mezzo. Durante questo periodo fu colto dal raptus artistico e creò molte opere. Questa è del 1889 e ciò che presenta non è ciò che oggettivamente si sarebbe potuto vedere dalla finestra della propria stanza, ma è qualcosa di più.
Sotto il suo pennello la realtà si anima: le stelle ruotano descrivendo in questo movimento la propria rotazione luminosa, così anche la luna; le montagne sullo sfondo ed il paesino con le sue casette e la sua guglia di chiesa vivono la stessa metamorfosi di luce.
Unico elemento distintivo, che si sottrae a questo incantesimo di tre colori è il cipresso in primo piano che è simbolo di immortalità, per il suo essere un sempreverde, quindi simbolo di rinascita – per questo forse viene piantato spesso nei cimiteri. Desiderava rinascere Vincent, lontano da quel luogo che stava diventando opprimente per lui ed in qualche modo nefasto.
Realizzai quest’opera avendo sulla tavolozza tre soli colori – blu di Prussia, blu oltremare, bianco. Il cielo fu realizzato da me con tocchi di colori – quindi non stesure – non amalgamati tra loro ma distinti che, accostati gli uni agli altri, generavano la forma delle onde del cielo, generate dai vortici delle stelle. Posso dire che questo è l’unico dipinto realizzato ad olio che ho creato esattamente così come ho voluto: si costruiva pian piano, non dovetti attendere che i colori asciugassero, non dovetti sfumare nulla. Si creò dall’alto al basso esattamente come lo si vede.
Che stupore!
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