quadri in vendita online - Putridarium

Descrizione

Anno di produzione: 2021

Riconoscimenti, pubblicazioni ed esposizioni:

  • L’opera “Putridarium” ha ricevuto una nota critica di Giovanni Zenna, scrittore ed autore del libro “Il viaggio. Lì dove i miei occhi impararono a vedere” - Leonida Edizioni. "Una melagrana avvizzita, adagiata inerme su una coppa in vetro. Nel fondo decanta e marcisce, la sua perduta linfa, densa e cupa come ciò che resta del sangue nel Livor mortis. Sopra, nella spoglia inerme, ancora chicchi rossi come rappresentazione di una tenace ostinazione al morire... un corpo senza vita, ma con l’anima che s’attarda ad abbandonarlo... Dunque, questo calice sorregge lo svanire dell’essenza vitale, mostrando la resilienza alla morte nell’ostinato rossore dei chicchi, ed il suo arrendevole destino nella colatura, stillata e raccolta sul fondo. Immagine di un “Putridarium”, come in uso nelle camere di mummificazione dove le spoglie mortali venivano deposte su appositi sedili, mentre la pietà del tempo, compiva la sua paziente opera disgregatrice.... Quest’opera è un fotogramma di una rappresentazione dinamica, poiché nel putridarium la continua trasformazione della salma, descrive il processo di decantazione nella sua catartica metamorfosi: il disfacimento porta inesorabilmente a compimento la grande opera, la purificazione ultimata, testimoniata dalle ossa scarnificate e da quello che sarà la melagrana completamente avvizzita, mondata da tutte le impurità, quale elemento contaminante, nella putrida colatura rappresentata." (Nota critica di Giovanni Zenna, autore del libro "Il viaggio. Lì dove i miei occhi impararono a vedere" - Leonida Edizioni).

Rappresentazione: Con questo mio dipinto ho voluto rappresentare in modo simbolico il "Putridarium" o "Colatoi dei morti", ambiente funerario di origine medievale che generalmente si trovava nei sotterranei delle chiese. Lì i corpi dei cadaveri (nel dipinto rappresentati dalla melagrana) venivano posti su appositi colatoi scavati nelle rocce dove, per effetto di gravità, defluiva il sangue dei corpi nel loro processo di decomposizione ed essiccazione (nel dipinto il sangue è rappresentato dal liquido color vinaccia che sgorga dai chicchi della malagrana mentre il colatoio è rappresentato dal calice in vetro). Con il trascorrere del tempo, durante la sua decomposizione il cadavere cambiava aspetto, si modificava, le carni lasciavano spazio alle ossa, considerate a quei tempi simbolo di purezza. Questo modificarsi rappresentava i vari stadi di purificazione affrontati dall'anima del defunto nel suo viaggio verso l'eternità, viaggio accompagnato dalle preghiere dei confratelli e delle consorelle.

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