labirinto
Descrizione
Il labirinto è un percorso difficile che conduce da un ingresso ad un centro. Quelli monocursali sono formati da un unica via lunga e faticosa, ma senza biforcazioni, trappole o necessità di scelta, che si avvolge e va verso un centro e ripercorrendo la via in senso inverso, si esce senza pericolo di perdersi. Metaforicamente il percorso dall’ingresso al centro è un viaggio verso la morte. Quello inverso è invece un viaggio verso la vita. Nel mio labirinto, è presente un orientamento con un ingresso posto ad ovest ed una uscita dalla parte opposta. In questa opera, 1054 chiodi, formano i sentieri, un numero che richiama alla mente l’anno del “Grande Scisma”, quando fu rotta per sempre l’unità tra la chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. Ho voluto che non fosse monocursale ma che avesse più entrate e che permettesse all’uomo la possibilità individuale di scegliere la giusta via. Il labirinto è un mondo verso il quale ci s'incammina, è un viaggio verso il sacro che conduce all'interno di noi stessi, verso la parte più misteriosa dell'uomo. E' un viaggio tortuoso, disorientante e ingannevole che porta come davanti a uno specchio, dove si è costretti a decidere il ritorno. La trasformazione dell'io che si opera nel centro del labirinto e che si afferma alla fine del viaggio di ritorno che dal buio riporta alla luce, contrassegna la vittoria dello spirituale sul materiale, dell'eterno sul transitorio, dell'intelligenza sull'istinto. Il labirinto è un percorso che offre a chiunque un ingresso, ma permette un'uscita a qualcuno soltanto. In realtà colui che si addentra in questo labirinto è costretto a passare per tre centri prima di trovare l’uscita i quali simboleggiano la scansione ternaria dello spazio con i suoi ritmi, il passato, il presente e il futuro, la trasformazione da seme, fiore a frutto, inteso come passaggio dalle premesse primaverili alla pienezza della vita estiva dei raccolti.
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