Descrizione

La scena mostra una sirena semi immersa nell’acqua del mare. Colta dalla noia, giocherella con una collana, i grani scivolano sul filo e nell’istante in cui uno di questi passa davanti al suo occhio, essa afferra l’assurda, per un essere immortale figlio del Mare, sensazione dello scorrere inevitabile del tempo e della Morte. Il tramonto, solo riflesso nell’acqua, è lo specchio di tale accadimento, molto semplicemente esso evoca la Fine, ma il sole s’immerge nell’elemento vitale, acuendo la contraddizione che deve permeare l’opera. Così la Sirena, con lo sguardo immoto di stupore, o di morta fissità, giace nell’abbraccio di un’acqua di un pesante sanguigno, ancora a ribadire lo sconvolgimento dell’attimo dello scontro fra Vita e non più. Il numero dei grani fa simpatico riferimento al l’arcaico gioco di cifre latine, cui si deve la celeberrima superstizione sul 17 (XVII … VIXI- “Ho vissuto”.). Il colore della gioiello ricorda esotici e pericolosi animali, noti per il loro veleno (serpe Corallo).Il volto di questa figlia della Natura nei tratti è ovviamente selvatico, come evidente dall’arcata sopraccigliare, dalla linea decisa del contorno viso, ma il tutto fa da cornice agli occhi geometrici e surreali, vero culmine del quadro.