Galleria Lorcan O’Neill - Vicolo dei Catinari, 3 Roma, Lazio - Italia
“RACHEL WHITEREAD. Sculture e Disegni” è la terza mostra dell’artista inglese, organizzata dalla Galleria Lorcan O’Neill di Roma dove, questa volta, Whiteread presenta lavori realizzati negli ultimi due anni.
L’allestimento propone tredici opere tra sculture e disegni, tutte dedicate all’analisi di strutture murarie, porte e finestre, mensole e capanni per attrezzi.
L’intero lavoro appare incentrato sul rapporto dicotomico tra chiusura e apertura. Tuttavia, l’uso dei materiali e la modularità delle forme fanno sì che il peso si sposti più sul primo aspetto, conferendo all’allestimento un senso claustrofobico.
In ogni opera si ritrova un ordine strutturale che rimanda a una realtà blindata, forse perché vuol essere celata o in qualche modo protetta. Resina, cemento e papier-mâché danno fisicità a questa dimensione altra, nella quale si fa difficoltà ad accedere cosicché il fruitore può solo immaginarla.
Nell’opera “Wall (Door)” del 2017, la papier-mâchè dà corpo al muro della facciata stilizzata di una casa o di un capanno, su cui appare una porta. Il pensiero va dritto alla scoperta di ciò che c’è oltre, ma essendo inglobata nella matericità della struttura, essa non può essere aperta. La scoperta rimane quindi un desiderio.
Invertendo il punto di vista, la realtà, protetta o celata, potrebbe essere anche la stessa del fruitore, che rimane esclusa a chi si trova al di là dell’opera, quasi si fosse in presenza di un universo parallelo.
La stessa dinamica si crea davanti alla scultura in resina di una porta a grandezza naturale: l’opera “Due porte” del 2016, nata partendo dal calco di una porta monumentale trovata in un palazzo Romano. La trasparenza della resina qui è quasi annientata dalla mole e dallo spessore della porta stessa, che ha dimensioni di 254x124x29 cm (overall).
Un’altra scultura emblematica anche nel titolo è “Three Blind Windows I” del 2017. L’artista usa un modulo rettangolare e genera un trittico in resina scura, che riproduce l’effetto di una finestra con le tende abbassate. L’opera acquista il suo pieno carattere da un cambio di movimento nella plissettatura delle “veneziane”. Quest’interruzione di continuità, amplifica la curiosità dell’osservatore, che è spinto a cercare uno spazio da cui si possa intravedere qualcosa. In realtà anche in questa occasione, si tratta di un inganno. Il blocco materico non lascia spiragli e l’unica via per arrivare all’altra parte resta l’immaginazione.
Le altre opere in mostra innescano la stessa dinamica con il fruitore. Nei disegni, Whiteread interviene su superfici diverse, ottenute utilizzando la papier-mâché, rivestita con materiali che imitano l’acciaio o altri elementi industriali. Il suo tratto crea spesso strutture modulari, in cui l’interruzione sporadica rappresenta un impulso a cercare cosa si cela dietro ciò che si sta guardando.
L’insieme dei lavori esposti, oltre a far leva sulla curiosità del fruitore e spingerlo a interagire con l’opera e con la propria immaginazione, fa riflettere anche su una società in cui la privacy sembra non esista quasi più e dove il confine tra esporsi e sovraesporsi viene oltrepassato sempre più di frequente, con esiti sempre più preoccupanti.
La mostra sarà fruibile fino al 29 luglio 2017.